martedì 23 luglio 2013

La ricompensa di un’adeguata verifica

Nel mondo degli affari sentiamo sovente pronunciare questa espressione: "Adeguata verifica", che descrive il processo usato prima di prendere una decisione importante.

Per esempio, quando si cerca un nuovo leader, le imprese svolgono una adeguata verifica per trovare il migliore candidato. Prima di introdurre un nuovo prodotto o un nuovo servizio, realizzano un’adeguata verifica per valutare l’interesse del compratore, la concorrenza, la sistemazione del prodotto e il suo mercato.

Nella ricerca di un collaboratore importante, l’adeguata verifica ha la capacità di selezionare la giusta persona: con abilità, esperienza, valori, motivazioni, capacità di adattarsi agli altri membri dell’equipe.

Come persone, pensando ad un cambiamento significativo di lavoro, dobbiamo impegnarci a fare la nostra propria adeguata verifica – studiando le opportunità nel mercato di lavoro, la qualità dell’organizzazione che consideriamo potrebbe fornirci l’impiego, offerte di lavoro e opportunità di carriera e, forse la cosa più importante: se intendiamo cambiare lavoro, che cosa realmente vogliamo fare? Vogliamo fare la stessa attività, o è tempo di intraprendere una nuova carriera?

La ricerca, in genere, costituisce la grande parte dell’adeguata verifica e attualmente l’informazione è più facilmente disponibile di prima. Attraverso la tecnologia – specialmente Internet e i media sociali – i dati necessari possono essere ottenuti in pochi minuti, invece di giorni o settimane. Abbiamo gli ausili migliori di tutti i tempi per aiutarci a prendere la giusta decisione.

Però, frequentemente dimentichiamo o trascuriamo un’importante fonte: la saggezza di Dio.

A volte, nonostante i nostri migliori sforzi e una adeguata verifica, la scelta migliore non è chiara. In questa circostanza sarebbe opportuno fare come raccomanda la Bibbia nel Nuovo Testamento: “Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che la dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data” (Giacomo1:5).

Quando sono perplesso, davanti a una difficile decisione, è mia abitudine pregare Dio chiedendo saggezza e necessaria intuizione. Attraverso gli anni, ho incontrato diversi leader che hanno preso questa decisione: “Dio è il padrone dei miei affari”. Per loro è normale cercare la Sua saggezza nelle decisioni d’ogni giorno.

Intanto, le qualità necessarie per cercare la saggezza di Dio sono descritte nella seconda parte del versetto: “La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento; e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni” (Giacomo1:6-8).

Alla luce delle decisioni che affrontiamo tutti i giorni, ce n’è una che trascende tutte le altre: se viviamo sinceramente per Dio, non solo nella vita privata, ma anche in quella professionale.

Migliaia d’anni fa il leader Giosuè fece questa dichiarazione: “Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore”. (Giosuè24:15) Hai preso questa stessa risoluzione?

Se ancora non è così, questa decisione merita un’adeguata verifica. Sarebbe intelligente seguire l’esempio dei ricercatori spirituali dell’antica chiesa di Berea, localizzata ai piedi del Monte Olimpo, in Grecia. I credenti accolsero la parola dell’Apostolo Paolo con grande zelo.

Per giorni e giorni esaminarono gli argomenti scritturali che l’Apostolo esponeva per dimostrare la messianicità di Gesù.

Il Nuovo Testamento ci insegna che loro “accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così”(Atti17:11).

Nella mia esperienza di vita, questa “adeguata verifica” ha sempre confermato e rafforzato la mia fede in Dio.


| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc., una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari.


© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.

martedì 16 luglio 2013

Che vestito stai indossando?

“Chi stai vestendo?” Non è una domanda insolita? È si, a meno che tu sia una celebrità che cammina  sul famoso “tappeto rosso” prima di un grande avvenimento come il Premio Oscar o il Premio Grammy. In questo caso possiamo interpretare questa domanda così: “Chi ha disegnato il vestito che tu stai usando?”.  Come risposta noi riceviamo una lista di grandi stilisti che sono professionisti nel creare capi d’abbigliamento unici. Così le persone hanno la possibilità di mostrarsi eleganti, “coprendo le loro imperfezioni con bellissimi abiti”.

Durante il Rinascimento, per esempio, suntuosi vestiti da ballo erano allestiti per dignitari che si presentavano con maschere elaborate e abiti ancora più sfarzosi.  La maggioranza condivideva il comune desiderio di coprirsi con abbigliamenti che dissimulavano la loro identità.

Il travestirsi e il mascherarsi sembrano essere profondamente consolidati nella nostra psiche collettiva. I bambini, ad esempio, trovano “liberatorio” mascherarsi. Troviamo divertente quando le persone che ci conoscono da tanto tempo fanno fatica a riconoscerci solo perché abbiamo cambiato il nostro abbigliamento. Rammento quando lavoravo per una compagnia, anni fa, dove parte del mio lavoro era mascherarmi da mucca e presentarmi in eventi pubblici. Dato che nessuno sapeva che ero io, mi sentivo capace di agire come un buffone e di sentirmi completamente libero.

Nell’ambiente di lavoro, mascherarsi può provvedere alla nostra necessità di successo.  Anni fa “Dress For Success” (“Vestirsi per il successo”), divenne bestseller, consigliando uomini d’affari come scegliere e usare il vestiario che avrebbe potuto migliorare la reazione di colleghi e clienti. L’atteggiamento di vestirsi in modo appropriato è cambiata molto ma ancora abbiamo la tendenza a valutare le persone secondo la loro apparenza.

Anche la Bibbia afferma questo in 1 Samuele 16:7  “Il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il Signore guarda al cuore”.

Questo verso stabilisce due punti importanti: che possiamo essere ingannati da come qualcuno si presenta esternamente e incapaci di vedere le sue ragioni intime e di captare i suoi pensieri segreti. Come un antico detto dice: “Le apparenze ingannano”. L’altro punto è che anche se ci travestiamo, Dio può vederci attraverso il nostro travestimento. E sapere chi realmente siamo.  Proverbi 16:2 dichiara: “Tutte le vie dell'uomo sembrano pure ai suoi occhi, ma chi scruta gli spiriti è il Signore”.

Però c’è ancora un altro aspetto di questa domanda: “Che vestito stai indossando?”, che la maggioranza non prende in considerazione. D’accordo con le Scritture, dopo che moriremo, affronteremo il giorno del giudizio, quando udiremo una domanda simile? La Bibbia dice che non sarà sufficiente dire che vestimmo ”buone opere” o “buone intenzioni”.  Solo un abito sarà accettato.

Nella lettera ai Galati 3:26-28 l’apostolo Paolo dichiara: “Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti sono stati battezzati in Cristo, sono rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”.

In un altro brano sempre l’apostolo Paolo ci insegna: “...per la quale verità dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente”.  (Efesini 4:22-23)

Esistono molti altri brani simili che affermano che quando saremo davanti a Dio per il nostro giorno del giudizio, solo il “rivestimento” di Gesù Cristo – le “vesti” che Egli fece per noi – riceveranno l’approvazione divina.

In quel giorno speciale, che vestito indosserai  ?


| AUTORE | Testo scritto da Len M. Allen, un veterano con oltre 35 anni di esperienza nel mondo delle imprese nei settori della vendita al dettaglio, televisione, radio, giornali e pubblicità. Egli è l'autore del libro, "Disoccupati:. Vita nel Deserto".


© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.

martedì 9 luglio 2013

Competizione, Integrità e Compassione

Quando ci riferiamo a competizione negli affari, in genere pensiamo in avere vantaggi sui nostri concorrenti attraverso prodotti e servizi che offriamo al consumatore o altri fattori che ci capacitino di aumentare il nostro mercato. Sempre che si presenta una circostanza che ci dà la possibilità di guadagnare vantaggio competitivo, sappiamo che è consigliabile afferrarla.

Un mio amico, Cliff Jones, presenta una prospettiva ben diversa sulla competizione. Nel suo libro “Vincendo per l’integrità”, Cliff mette la storia di Robert Ingram, padrone di due stazioni di radio, una di queste specializzata in musica classica.  Ingram aveva il monopolio dei programmi radiofonici di musica classica nella sua città, finché un concorrente apparve. La stazione del concorrente presentava la simile programmazione e minacciava di prendere una parte significativa della vendita di annunci pubblicitari e del guadagno della stazione di Ingram.

Un giorno venti violenti buttarono a terra la torre di trasmissione della radio rivale. Molti, al posto di Ingram, avrebbero celebrato la cattiva fortuna del concorrente.  Lui però preferì un approccio diverso. Invece di aspettare il suo fallimento, mandò il principale ingegnere della sua impresa per aiutare a ricuperare la stazione e per lasciarla operante di nuovo.

Quando gli chiesero perché faceva questo, sapendo che se non facesse niente avrebbe eliminato un concorrente, la risposta di Ingram fu semplice e onesta: “Perché io avevo quello che lui aveva bisogno per sopravvivere”.

Nella Bibbia troviamo un importante avvertenza:  “Ama il tuo prossimo come te stesso”.  (Giacomo 2:8)
Nel caso di Ingram, lui avrebbe potuto usare il problema del concorrente per ottenere vantaggi ma lui pensò che se fosse capitato a lui, avrebbe desiderato una assistenza simile.

Con frequenza, nell’esigente mondo degli affari, pieno di pressioni e direzionato verso il risultato, siamo disposti a fare qualsiasi cosa per garantire una vendita importante, ottenere adesioni a contratti o debilitare un concorrente. L’idea di offrire aiuto in tempo di necessità raramente avviene. Però se abbiamo l’impegno di condurre i nostri affari con integrità – e compassione –, forse un cambiamento radicale nel nostro modo di pensare e di agire è fondamentale.

Un’altro brano della Bibbia dice: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri”.  (Filippesi 2:3-4)

Questo può sembrare difficile e lo è. Non possiamo avere la certezza della prossima vendita o di concludere il prossimo contratto, ma se l’integrità è la nostra priorità, sapremo cosa fare anche quando sarà difficile.

Credi che tu farai ciò che è giusto, anche se questo può beneficiare il tuo concorrente?


| AUTORE | Rick Boxx -- "Momenti di Integritá com Rick Boxx" é un articolo settimanale che parla sull'Integritá nel mondo degli affari, visti con prospettiva cristiana. Trascritto con autorizzazione. www.integritymoments.com 2000, Integrity Management, Inc.



© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.

martedì 2 luglio 2013

Allineando la pratica alla teoria

Durante gli ultimi anni ho avuto il privilegio di scrivere libri su due imprese che avevano una dichiarazione di missione ben elaborata  e chiaramente espressa.
Comunicavano gli obbiettivi aziendali, la visione e i valori che tutti i lavoratori dovevano abbracciare. Non erano solo parole scritte su un foglio di carta ma principi e precetti da rivedere periodicamente con l’équipe.

Quando ho detto a un amico di avere una dichiarazione della missione per la sua impresa, si è mostrato restio e scettico. Con frequenza ha conosciuto imprese con dichiarazioni molto altezzose ma che non vivono i valori e i principi che hanno esposto. Anche se la dichiarazione di missione è esposta pubblicamente, disse, non abbellisce la parete.

Eloquenti ed elaborate dichiarazioni di missioni non hanno valore senza l’impegno di vivere in accordo con le stesse affermazioni.  Qualcuno disse: “Se le tue azioni non parlano più alto delle tue parole, quanto meno parli, meglio”.

Cosa hai da dire sulla tua missione di vita? O del motivo perché siamo qui? Qual’è il tuo proposito? Solo per realizzare i nostri desideri personali o esiste qualcosa più elevato, una maggiore vocazione per la nostra vita? Molti non hanno mai considerato questo argomento ma non significa che esso non sia valido. Quando ci fermiamo per valutare il nostro progresso imprenditoriale e professionale, una dichiarazione di missione può essere molto importante per rispondere alla domanda: Come sto andando?

Se tu pensi di stabilire una dichiarazione di missione, ecco qualche consiglio del più antico manuale per il lavoro, la Bibbia:

Scopri per chi tu lavori.
Tu lavori per attingere solo per i tuoi propri obbiettivi?
Un impegno con la qualità e l’eccellenza con quelle persone con cui hai a che fare, superiori, colleghi, clienti, o fornitori: “Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini. Servite a Cristo Signore”.  (Colossesi 3:23-24)

Metti gli altri sempre al primo posto.
Molte imprese riducono la qualità per ridurre i costi. Però una maniera per garantire ritorno negli affari, è fare in modo che i clienti si sentano valorizzati e curati. “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”.  (Matteo 7-12)

Coltiva una attitudine di umiltà nel servire.
Quando vedranno che curi gli interessi altrui con cura, avrà fiducia in te valorizzando i tuoi giudizi e raccomandazioni. “Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.”  (Filippesi 2:3-4)


| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A.

© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.

| VISIONE | La nostra visione è quella di creare un movimento di Cristiani Evangelici nell’ambito del lavoro autonomo sia nell’ambito di rapporti professionali di dipendenza da terzi ma con posizioni di responsabilità o di piena autonomia.
Vogliamo incoraggiare tutti i credenti ad accettare e ad affermare il loro ministero e la loro missione quotidiana dovunque Dio li ha chiamati a lavorare.
Serviamo Dio nel mercato globale attraverso la definizione e il rafforzamento di gruppi dirigenti nazionali e regionali, di presentare in modo efficace le verità di Gesù Cristo per le imprese e professionisti e per vedere vite trasformate da Cristo.