domenica 25 novembre 2012

19|11|2012 Il guadagno che non vale la pena!



Guardando i titoli delle notizie degli ultimi due anni, sembra che esista qualcosa in comune fra il leader professionale e il campione dello sport – una severa caduta dal loro posto di privilegio, benessere e onore, alla pubblica disgrazia e al ridicolo.

Alti funzionari di banche coinvolti con manipolazione di tasse; alti esecutivi d’imprese di investimento raccomandando chiaramente operazioni con conflitti di interessi; capi esecutivi di prestigiose università che danno copertura a mancanze morali gravi: tutti hanno perso le loro fortune e posizioni come leader, rispetto del pubblico del mondo degli affari e la loro libertà personale.  Tutto dovuto a cattive decisioni.  Nel prendere queste decisioni, probabilmente credevano che potessero uscirne illesi e di non essere scoperti.

Se potessi intervistare ognuno di questi leader, chiederei se il guadagno potenziale, adesso che hanno provato estreme perdite, se il lucro ottenuto dalle loro azioni è valso il prezzo che hanno pagato, che stanno pagando e che pagheranno nel futuro.  In molti casi ammetterebbero di avere commesso sbagli grossi e che, se avessero nuove opportunità, agirebbero in maniera diversa.

Leader aziendali hanno la tendenza a credere che possono fare quello che vogliono perché “questa è la mia azienda”.  Alti esecutivi che manifestano seguire Gesù Cristo, sanno però che non è così.  Non è la nostra azienda che stiamo dirigendo ma è la impresa che Dio ci ha assegnato per amministrare per un breve periodo di tempo.  Un giorno ci chiederà il resoconto di cosa abbiamo fatto di quello che ci ha dato.

Così, la domanda a cui dobbiamo rispondere oggi è questa:
come possiamo prepararci in anticipo per dare un buon resoconto della nostra amministrazione? 

Lascia che offra qualche suggerimento che penso aiuti a conservare il giusto cammino:

  1. Saresti disposto ad aprire ogni parte delle tue operazioni d’affari, includendo i registri contabili e lasciare che il Signore Gesù esamini ogni documento, ogni procedimento?  
  2. Potresti dargli una chiara e onesta spiegazione di ogni dettaglio delle tue operazioni? 
  3. Saresti disposto a lasciare la tua sposa o gli amici, guardare la tua agenda o informazioni del tuo telefonino degli ultimi 90 giorni?
  4.  Chi hai incontrato, a chi hai telefonato? 
  5. Vorresti lasciare il tuo pastore e i tuoi amici della chiesa guardare i siti web che hai visitato nel tuo computer? 
  6. Hai qualcuno nella tua vita al quale dar conto, professionalmente e personalmente?


Se onestamente hai risposto “si” a queste domande, probabilmente stai bene sia con Dio, sia con i tuoi “costituenti”.  Se no, è tempo di rammaricarti della tua condotta sbagliata e restituire a chi tu hai trattato ingiustamente, prima che tu soffra una tremenda caduta.  In genere le persone ci perdonano se credono che siamo sinceri, pronti a modificare pensieri sbagliati e sbagliate azioni.

Un verso dell’Antico Testamento della Bibbia dice: “Ma se non fate così, voi avrete peccato contro il Signore; e sappiate che il vostro peccato vi ritroverà”.  (Numeri 32:23)

Le persone a cui mi riferivo, a quanto pare non credevano in questo.  Ma in ogni caso sono state scoperte.  Prima che tu scelga di inseguire il “guadagno” nella maniera sbagliata, considera se vale   la sofferenza che alla fine sentirai.

|AUTORE| Lane Kraner è impresario e fondatore del CEO Institute, Dallas, organizzazione dedicata ad assistere aziende globali ad incorporare utili insegnamenti biblici nella strategia imprenditoriale. Il suo website è:  www.ceoinst.com

12|11|2012 Per cosa stai correndo – e in che direzione?

Nel frenetico mondo di oggi sembra che tutti stiano correndo, cercando di arrivare in un dato posto, ovunque sia, il più rapido possibile.


Dove stai correndo?
O meglio, per cosa stai correndo – o da che cosa stai scappando?


Len, un amico mio, in una recente conferenza, ha parlato proprio su questa questione. Gli ho chiesto se potevo prendere in prestito alcuni suoi punti principali e adattarli per la “Manna del Lunedì”.


Lui chiamò la conferenza “Le quattro qualità dell’uomo di Dio” e ho pensato che si possono applicare anche “all’uomo d’affari e al professionista, persone di Dio”. Anche se tu non pensi di te stesso, in questo modo, seguimi perché questi principi sono validi per tutti noi.


La conferenza era centrata sul brano del Nuovo Testamento della Bibbia, nel quale l’Apostolo Paolo scrive al suo discepolo Timoteo. “L’attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori. Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni”.  (1 Timoteo 6:10-12)


Questo brano si riferisce a quattro questioni che, come imprenditore o professionista, dovresti considerare.


Da che cosa scappi?  Noi possiamo scappare da molte cose: fallimento, professionale o personale, obblighi finanziari; cattive esperienze e sgradevoli memorie; situazioni stressanti.  Ma, scappiamo anche da circostanze che ci tentano a transigere con l’etica o a tradire le nostre convinzioni?  In 1 Corinzi 10:14 i seguaci di Cristo sono così ammoniti:  “...fuggite dall’idolatria”... a qualsiasi cosa che li avrebbero portati via da amate credenze e valori.


Che cosa insegui?  Nel progredire nel mercato del lavoro, noi possiamo perseguire diverse cose, molte delle quali sono buone: promozioni, più responsabilità, maggiore contribuzione nell’impresa in cui siamo ingaggiati. Ma noi anche possiamo essere distrutti in questa corsa al potere, posizione e possedimento, cose che attraggono l’orgoglio. Paolo spronava il giovane Timoteo “Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza”.  (1 Timoteo 6:11)


Per che cosa lotti?  Se i nostri membri della famiglia o amici fossero in pericolo, noi probabilmente lotteremmo per la loro protezione e sicurezza.  Noi spesso lottiamo per la prossima vendita o per il prossimo cliente, per “una fetta di mercato”.  Ma come Paolo incita, “Combatti la buona battaglia della fede”? (1 Timoteo 6:12). Siamo determinati a sostenere le nostre credenze più profonde, anche se questo richiede un costo personale o professionale?


Che cosa ti sostiene?  Nel mercato degli affari ci sono molte cose che ci sono di appiglio: reputazione, status, guadagno, perfino un ufficio ben sistemato o un buon posto nel parcheggio.  Ma siamo ugualmente diligenti nel considerare cose non tanto tangibili ma che sono di grande valore?  Paolo scrisse: “Cerca di raggiungere la vita eterna per la quale sei stato chiamato”.  (1 Timoteo 6:12)



Sono questioni importanti da riflettere, non trovi?


|AUTORE| Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress

05|11|2012 | Sii sincero, autentico sul lavoro

Esiste una polemica sull’esprimere il nostro credo spirituale nell’ambito del lavoro. 

Alcuni credono che dichiarazioni di fede, nel campo professionale, non siano appropriate.  Come se da qualche parte un esplicito documento comandasse una “separazione fra la fede e il lavoro”.
Altri contendono che verbalizzando ciò in cui si crede, in maniera inerente, non importa dove possa succedere.

Chi è corretto?
Il mio amico Preston Bowman, in un recente blog discusse il suo punto di vista sulla convenienza di mischiare il lavoro con la religione.  Egli offrì alcuni saggi consigli:
“Se tu sei qualcuno in cui Dio è parte essenziale della tua vita, Preston scrive, non nasconderlo e non forzarlo.  Parla liberamente e naturalmente sulla tua vita, i tuoi valori e il tuo credo.  Però offre questa avvertenza: “Non usare mai Dio o il linguaggio religioso per impressionare qualcuno o per promuoverti negli affari”.
Questa prospettiva si adatta bene con l’approccio che l’Apostolo Paolo assume nel Nuovo Testamento della Bibbia quando scrive: “Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo”.  (2 Corinzi 2:17)
Hai già avuto occasione di incontrare qualcuno che tenta usare la religione o la spiritualità come uno strumento di lavoro?  Come includendo versi biblici sul biglietto da visita per identificarsi da altri “credenti”?  Non vuole dire che dobbiamo avere vergogna della fede che professiamo, ma presentandoci con questo per prima cosa come un tentativo di incrementare affari o di attrarre clienti, è come l’apostolo dichiarò: “mercanteggiare la parola di Dio” per profitto.
Intanto, ci sono momenti in cui è accettabile parlare su argomenti della fede – e momenti che no.  A meno che tu sia stato assunto come Cappellano, la tua competenza riguardo il lavoro probabilmente non include predicare sermoni o condurre dialoghi spirituali durante le ore di lavoro.  Una delle migliori maniere di comunicare la nostra fede, in effetti, è facendo il nostro lavoro con eccellenza – e questo significa trattenersi sui nostri compiti.
Se qualcuno dovesse farti una domanda sulla tua fede, durante il corso della giornata di lavoro, tu devi “...essere pronto a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”.  Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto”.  (1 Pietro 3:15)  Ma l’esatto momento in cui è fatta la domanda può non essere il momento giusto per dare la risposta.  È meglio trovare la maniera di parlarne durante una colazione, o durante una sosta di lavoro, così nessuno ti può accusare di non stare dando, per tutto il tempo, il tuo meglio alla organizzazione.
L’altra considerazione è se le nostre azioni corrispondono a quello che diciamo.  Come qualcuno che disse: “Se il tuo andare non è uguale al tuo parlare, meno parli meglio è”.  Noi viviamo in un mondo in cui sembra che ognuno ha credenze e opinioni di ogni tipo.  L’unica maniera di sapere se essi sinceramente credono in quello che dicono, è se dimostrano che le loro vite e parole sono in accordo.  Come Gesù ha detto: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.  (Matteo 5:16)
Così, in risposta alla domanda se è appropriato esprimere la nostra fede nel luogo di lavoro, la mia risposta è:  “Non avere paura di parlare sui tuoi valori, ma solo se loro sono sinceri e autentici”.


| AUTORE | Rick Boxx -- "Momenti di Integritá com Rick Boxx" é un articolo settimanale che parla sull'Integritá nel mondo degli affari, visti con prospettiva cristiana. Trascritto con autorizzazione. www.integritymoments.com 2000, Integrity Management, Inc.

lunedì 19 novembre 2012

29|10|2012 Per quale motivo stai lavorando?



Le persone lavorano per motivi diversi.  Il principale é per guadagnare il proprio sostegno e quello della famiglia, per mettere il cibo a tavola, dare un tetto, pagare conti e per conquistare uno stile di vita desiderato.  Senza dubbio, il lavoro ci dà qualcosa da fare – una maniera di utilizzare e investire il nostro tempo, regolarmente. 

Il lavoro anche ci proporziona un senso di fiducia, la soddisfazione di essere capaci di raggiungere qualcosa degna – specialmente quando implica lavori che noi siamo abilitati a svolgere.  Se tu hai un lavoro che ti piace, appartieni alla minoranza dei lavoratori – un gruppo molto felice.  Già sei stato in un lavoro desiderando di essere riconosciuto, aspettandoti di guadagnare onore o un premio che avrebbe significato che tu eri il migliore – o uno dei migliori – nella tua azienda o nella tua professione?

Quando io ero editore di un periodico, partecipavo tutti gli anni a una conferenza di editori.  In queste conferenze una notte era dedicata a un concorso in cui erano giudicati e premiati periodici, scrittori e editori di varie categorie.  A volte il nostro periodico riceveva un premio e questo dava molta soddisfazione.  Ma hai già pensato nella brevità di questo riconoscimento – anche nelle competizioni di più prestigio?

Per esempio: ti ricordi i nomi dei migliori giocatori degli ultimi cinque campionati nazionali?  O delle squadre che vinsero le gare delle mondiali?  E degli ultimi cinque vincitori del premio Nobel in Economia, Scienze o in qualche altro campo?  Quale il nome degli ultimi cinque film che ricevettero l’Oscar?

Noi potremmo pensare ad altri esempi.  A noi piace il riconoscimento.  Ci afferma, facendoci sentire valutati e espressivi.  Premi e riconoscimenti, però, sono passeggeri e sono facilmente dimenticati.  L’applauso languisce, la buona sensazione sparisce, e tutti vanno in cerca di una nuova “stella”.  Come il Re Salomone, scrittore del libro di Ecclesiaste, dichiarò: “Tutto è vanità, un correre dietro al vento”.  (Ecclesiaste 2:17)

Questo significa che la ricerca dell’eccellenza e della realizzazione personale è futile?  È una perdita di tempo e sforzo?  Gli insegnamenti divini ci dicono che lo sforzo per realizzare il nostro meglio è importante, ma che la nostra motivazione è più importante.

Attuando per un pubblico di Uno.  Le persone – anche i nostri impiegati o colleghi di lavoro – sono incostanti.  Non possiamo soddisfarli tutto il tempo.  Essendo così, noi dobbiamo essere sicuri di stare lavorando per l’approvazione della persona giusta.  “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità”.  (Colossesi 3:23-24)

Ricevendo una lode dal Signore.  Nel mondo reale a volte il nostro migliore lavoro passa inosservato ma Dio osserva tutto ciò che facciamo per Lui ed è rapido in ricompensarci. “Il suo padrone gli disse: Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose”.  (Matteo 25:21,23)

Coltivando un riconoscimento duraturo.  Il problema con molti premi e onori è che perdono valore e brillo col passare del tempo.  Il riconoscimento di Dio, invece, giammai svanisce o perde valore.  “E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce”.  (1 Pietro 5:4)

Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress.


© MANNA DEL LUNEDÍ é una edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL, una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.


22|10|2012 Grandi leader rivelano una grande visione


Quando mia figlia Megan mi disse che desiderava diventare una terapista professionale, non capii la sua vocazione e di quale lavoro si trattava.  Questo fu prima di assistere a una conferenza aperta al pubblico al Kansas University Medical Center sul dottorando di terapia occupazionale.

Il direttore del programma, dopo avere salutato i genitori e gli studenti, spiegò in che consisteva il lavoro di un terapista, che era: “scoprire i sogni del paziente e aiutarli a superare le loro sfide per il raggiungimento di questi sogni”.

Rimasi stupito sul meraviglioso impatto che la poderosa immagine del terapista può produrre.  Il direttore del programma dimostrò essere un leader saggio.  Avrebbe potuto descrivere i compiti dei terapista e dettagliare il suo lavoro.  Invece, stimolò gli studenti offrendo una visione incoraggiante sul cambiamento di vite. E, in questo processo ebbe l’appoggio dei parenti che manifestarono grande entusiasmo per l’impatto positivo che i loro figli avrebbero avuto nella vita di molte persone.

Abbiamo esempi biblici col principio di ispirare seguaci con una grande visione per il futuro.  Dio disse a Mosè: “Trasmetti i tuoi ordini a Giosuè, rendilo intrepido e incoraggialo, perché lui passerà alla testa di questo popolo e metterà Israele in possesso del paese che appena vedrai”.  (Deuteronomio 3:28)  Dio non stava soltanto dando a Mosè un compito, stava comunicandogli visione per la guida degli  israeliti.

Un saggio leader ispira gli altri con una visione maggiore e più importante delle responsabilità specifiche che coinvolgono la performance del lavoro.  Forse tu conosci la storia del muratore che stava tagliando un grande blocco di granito, facendo parte di un gruppo di costruttori, in Europa.  Quando un passante gli chiese che cosa stava facendo, il lavoratore rispose: “Sto costruendo una cattedrale”.  Quell’uomo aveva visione.

La nostra sfida, come leader, é comunicare questa visione, qualificando le persone a vedere il loro lavoro maggiore di se stessi.  Questo incomincia da noi – non puoi dare ciò che non hai.  Così noi stessi dobbiamo avere una visione maggiore prima di passarla agli altri.  Per questo rimasi tanto impressionato con la spiegazione di quello che un terapista veramente fa.

Noi passiamo molto tempo nel lavoro pensando a come fare per ottenere più lucro e perdiamo la visione maggiore.  Nella tua ditta, tu conosci i prodotti e i servizi che fornisci.  Ma qual è la tua visione – come la tua attività può fare una positiva, rilevante differenza nella vita nelle persone con cui ti contatti?  Ecco qui due esempi biblici:

Lascia chiaro che cosa ti aspetti da loro.  Quando Gesù, inizialmente, si avvicinò ai suoi futuri discepoli, Egli dovette convincerli a lasciare il lavoro di pescatori che stavano facendo.  Semplicemente diede loro la descrizione del loro nuovo lavoro. “E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».”  (Matteo 4:19)

Fate sapere come vite possono essere cambiate.  Vicino alla fine del suo ministero Gesù Cristo rese chiaro ai suoi discepoli che cosa si aspettava da loro. “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli…insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.”  (Matteo 28:19-20)

| AUTORE | Rick Boxx -- "Momenti di Integritá com Rick Boxx" é un articolo settimanale che parla sull'Integritá nel mondo degli affari, visti con prospettiva cristiana. Trascritto con autorizzazione. www.integritymoments.com 2000, Integrity Management, Inc. 

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La strategia di marketing di Dio

Il Marketing è tutto. Per lo meno è quello che dicono. .. 

  • Dobbiamo creare un’identità col consumatore.
  • Trovare un posto per il nostro prodotto o servizio.
  • Lavorare per stabilire una marca riconosciuta.
  • Lottare per divenire visibile e rimanere in avanguardia nella mente dei clienti il momento che hanno bisogno di ciò che stiamo offrendo.
  • Conquistare il mercato.

Come fare?
Abbiamo diverse scelte: Interviste collettive con la stampa, distribuire coloriti e attraenti foglietti. Creare un sito di alto impatto. Fare interviste alla Tv, alla radio o sui giornali. Contrattare un agente. Formulare strategie per la propaganda. Avere una persona famosa che usi il tuo prodotto.

Ad esempio nel periodo natalizio, pare che Dio abbia lasciato di lato il marketing. Se non fosse così, le circostanze che circondarono la nascita di Gesù Cristo, sarebbero state trattate in maniera diversa.

Come? Considera il seguente esempio:

Gesù, il Figlio di Dio, è nato nel piccolo e oscuro villaggio di Betlemme, che non era rotta commerciale importante e nemmeno un luogo che chiamasse attenzione.
Non c’era un bilancio preventivo, i genitori di Gesù non avevano mezzi nemmeno per una stanza di hotel decente, il bambino nacque in una piccola stalla, circondato da animali e avendo per culla una mangiatoia.
Non c’erano mezzi di comunicazione su cui contare, la stampa ci metterebbe 1.500 anni per essere inventata. La Fotografia, la radio e la Televisione non esistevano nemmeno nel immaginazione di qualcuno.

La lista potrebbe continuare. Un famoso inno di Natale dice: “Ascolta gli angeli cantare”. Essi furono gli unici a fare una proclamazione formale. I primi testimoni furono pastori anonimi senza nessuna influenza nella dominante cultura romana.

Così, alcuni mesi fa, milioni di fedeli in tutto il mondo, hanno celebrato la nascita di Gesù Cristo, un evento che si verificò più di 2.000 anni fa.
Come è potuto succedere questo senza nessuna azione di marketing?
Però questo evento si è realizzato con l’implementazione di principi adottati nel mondo degli affari.

Riflettiamo:

Clienti soddisfatti.
La migliore propaganda è fatta quando le persone attestano personalmente il valore di un prodotto che hanno usato o provato.
“Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo, sono venuti anche qui…”  (Atti 17:6).

Testimoni di eccellenza.
Quando clienti o consumatori sono soddisfatti del buon servizio, sono entusiasti in divulgare questo ad altre persone. 
“Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi”.  (1 Giovanni 1:1-3).

Promesse compiute.
È comune esagerare nella competenza dei prodotti e servizi ma quando consegniamo ciò che abbiamo promesso, guadagniamo un cliente per tutta la vita.
“Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra”.  (Atti 1:8).

| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. 

© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org/ , una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN, USA.

08|10|2012 “Carpe Diem” – Incominciamo oggi!

Nel film “L’attimo fuggente” (“The Dead Poets Society”) l’attore Robin Williams fa la parte di un creativo, a volte eccentrico, professore di letteratura, in Welton, una prestigiosa scuola di preparazione alla scuola superiore.  Nel primo giorno di classe, Williams porta gli studenti all’edificio dell’amministrazione e li riunisce attorno a una vetrina contenente quadri e fotografie degli eroi della scuola, degli anni passati.

Williams chiede agli studenti: “Che cosa vi stanno sussurrando?”

Tutti i giovani studenti, la maggior parte del primo anno, fissano gli occhi sulla vetrina ma non riescono a pensare a qualcosa da rispondere a questa domanda.  Quando il professore si rende conto che gli alunni sono confusi davanti alla sua richiesta, Williams stesso dà la risposta che stava aspettando.: “Stanno dicendo ad ognuno di voi CARPE DIEM”.

E continuò: “Approfittate il giorno di oggi,  I leader del passato non ci sono più.  Le loro opportunità di fare differenza, già se ne sono andate.  Voi dovete approfittare la giornata.  Il tempo è oggi, le necessità sono immense e le opportunità senza precedenti”.  Il professore Williams chiude la sua lezione con questa osservazione istigante: “Quello che sto udendo non è un sussurro ma il clamore di una trombetta: CARPE DIEM!”.

Fatta eccezione di una minoranza di persone dedicate, nell’ambiente di lavoro tale senso di proposito è visibilmente assente.  Carpe Diem, è un’espressione latina che sfida a massimizzare le opportunità che si presentano ad ogni giorno dato e che attraggono individui unici, veri promotori di nuove opportunità, di nuovi campi di esplorazione e imprese.  Nel mondo degli affari di oggi, credo  sia questo che manchi per sostenere un forte, duraturo, produttivo ambiente di lavoro.

Oggi desidererei lanciare una sfida: che tu inizi questa settimana cercando nuove frontiere e opportunità, anche riconoscendo che questo non succederà senza lotte.  Abbi animo!  Nell’ottavo secolo prima di Cristo, il creatore, Dio di Israele, disse al suo popolo: “Carpe Diem. Io vi ho tolto dall’Egitto e il loro esercito fu vinto; ora ho in mente qualcosa maggiore: un nuovo esodo”.

La Bibbia ci dice: “Non ricordate più le cose passate, non considerate più le cose antiche: Ecco, io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa...”.  (Isaia 43:18-19).

Così, lasciami suggerire, iniziando oggi: aggiusta il tuo passo a quello di Dio.  Vedilo lavorare a tuo favore.  Come l’attore Robin Williams disse nel film – ma con infinita più autorità – Dio sta dicendo: “CARPE DIEM!”.

| AUTORE | Testo di Robert D. Foster e Rick Foster, estratto e adattato da "Take two on Sunday Morning" (Dose doppia al mattino del Lunedì), pubblicato con la dovuta autorizzazione.

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01|10|2012 Costruendo imprese degne di fiducia


L’agenzia Edelman ha realizzato notevoli ricerche sul mercato di lavoro globale.  Recentemente ha finito lo studio chiedendo a un gruppo rappresentativo di persone di manifestare il loro attuale grado di fiducia negli esecutivi e nelle loro imprese.

In interviste simili, nel passato, i risultati indicavano “performance finanziaria” e “prodotti di qualità” come attributi che giustificavano fiducia in questi leader.  Però da che c’è stato il collasso economico mondiale, l’interesse in questi fattori è diminuito drammaticamente.  Le questioni dominanti, adesso, afferma la ricerca della Edelman, includono “pratiche oneste e trasparenti” e “essere parte di una società nella quale si può avere fiducia”.

Pare che molte persone si sono accorte che la dimostrazione di buona performance finanziaria non indica necessariamente che si tratti di un’azienda di fiducia.  In altre parole: se tu non puoi avere fiducia in coloro che generano questi impressionanti numeri, che differenza fa?

È chiaro che la credibilità di molti settori dell’universo imprenditoriale e professionale ha sofferto forti colpi negli ultimi anni.  “In chi puoi avere fiducia?” – una domanda che molti si sono fatti e purtroppo non è stato facile rispondere.

Da noti capi del governo, passando ad esecutivi di nome e leader in ascensione, integrità e onestà sono qualità che pare diminuiscano sempre più.

Aiuterebbe molto considerare un antico e saggio libro, la Bibbia, per incontrare un esempio classico di come un vero leader deve agire.  Io oserei proporre di divenire leader come Daniele la cui vita è descritta nell’Antico Testamento.

In Daniele 6:5 leggiamo: “Ma non potendo trovare nessun motivo di accusa né colpa, perché egli era fedele e non aveva niente da farsi rimproverare”.  Daniele divenne leader preminente della Babilonia, con la mortificazione dei suoi opponenti i quali determinarono che la migliore maniera di minare la sua crescente autorità e prestigio, era lanciare scredito sulle sue azioni.

Gli avversari, nonostante i grandi sforzi, fallirono nello sfidare l’integrità di Daniele, nel metterlo in pericolo, finirono per provocare la loro propria rovina.  Quando le false accuse furono scoperte, i suoi accusatori vennero esecutati e mansioni ancora più importanti furono affidate a Daniele nel regno del Re Dario.

Daniele rimase fedele alle sue convinzioni e, come risultato, ne fu riccamente ricompensato.
Vorrei suggerire che se vuoi costruire e mantenere una reputazione corporativa vigorosa, sarebbe saggio che sia tu che la tua équipe foste come Daniele, dimostrando determinazione nell’essere degno di fiducia, diligente e onesto.  “L’integrità degli uomini retti li guida, la perversità dei perfidi li rovina”.  (Proverbi 11:3).

| AUTORE | Rick Boxx "Momenti di Integritá com Rick Boxx" é un articolo settimanale che parla sull'Integritá nel mondo degli affari, visti con prospettiva cristiana. Trascritto con autorizzazione. www.integritymoments.com 2000, Integrity Management, Inc. 

© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org/ , una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.

24|09|2012 Di chi hai più fiducia - di te stesso o di Dio?

Nell’editare un articolo per il nostro notiziario “Sound Mind Investing”,  una frase mi è saltata agli occhi: “...è arrivato il momento di avere totale fiducia in Dio invece di chiedergli di aiutarmi in ciò che sto facendo.”  È una descrizione contundente della scelta che abbiamo come seguaci di Gesù Cristo.  È molto facile utilizzare le informazioni disponibili, stabilire il nostro corso di azione e, solo dopo, chiedere a Dio che partecipi a ciò che abbiamo deciso di fare.  Difficile è lasciare la decisione a Dio, chiedere la sua direzione e aspettare la sua risposta.
 
Determinare il nostro corso senza “ascoltare” prima la direzione di Dio può causare problemi.  Anche le idee apparentemente grandi non sempre fanno parte dei suoi progetti.  Arrendersi completamente a Dio conduce a risultati sorprendenti.
 
L’esperienza del Re Davide ci offre un grande esempio. Se qualcuno, un certo giorno, ebbe ragione di presumere che Dio stesse orientando i suoi pensieri, questo qualcuno era Davide.  Vedi il libro di 2 Samuele nella Bibbia, capitoli 7-10.  Questi capitoli parlano degli anni di gloria della vita di Davide.  Dio gli concesse incredibili favori, lo istituì re e gli diede la vittoria sui suoi nemici.  In un momento di riflessione, Davide sentì che l’Arca dell’Alleanza, non poteva rimanere in una tenda mentre lui viveva in un palazzo.  Davide decise allora di costruire un tempio per Dio.  Ma Davide aveva imparato che Dio può volere fare le cose in una maniera sua particolare. Così, prima di prendere qualsiasi decisione, consultò il profeta Natan per confermare se il suo piano stava nella volontà di Dio.
 
In un primo momento l’idea sembrava così bella che Natan concordò che Davide davvero avrebbe dovuto proseguire nel suo progetto. Costruire il tempio era qualcosa che Dio voleva che succedesse.  L’idea era corretta e il motivo anche. Il problema era che Dio non voleva che fosse Davide a costruirlo.  Solo più tardi noi sapremo perché Dio scelse un altro per costruire il tempio.  “…ma Dio mi disse: Non costruirai un tempio al mio nome, perché tu sei stato un guerriero e hai versato sangue.”  (1 Cronache 28:3).  Dio fece una correzione sull’assunzione di Natan, richiamando alla mente che i suoi piani non seguono il nostro senso comune.  Davide si arrese umilmente alla volontà di Dio e il figlio di Davide, Salomone, ebbe questo onore.

Ognuno di noi può applicare la lezione di questa storia, anche per quello che riguarda le nostre finanze.  Prima di tutto, abbiamo veramente affidato il 100% delle nostre finanze a Dio o chiediamo che Lui si unisca a noi in ciò che desideriamo fare?  Ammettiamo di averlo fatto, è comunque necessaria una verifica periodica, perché la nostra tendenza è quella di riassumere gradualmente il controllo di ciò che prima avevamo affidato a Dio. Quando siamo sicuri di stare completamente sottomessi alla risposta di Dio, il prossimo passo è quello di ricevere una conferma e chiedergli di mostrarci un segnale della Sua volontà.  Ecco alcuni punti specifici sui quali abbiamo bisogno di consultarlo :
·          La direzione sul lavoro o sulla carriera.
·          Il progetto pensionistico e il valore che deve essere risparmiato.
·          Donazioni presenti e future per opere di beneficenza.
·          Decisioni sui progetti riguardanti famiglia e figli.
·          Stile di vita e acquisto di beni.
 
Credi che Dio desideri da te qualcosa di straordinario in qualcuna di queste aree?  Dopo aver pregato e chiesto che Lui ti riveli la Sua volontà in un’area specifica, sii diligente nel cercare e udire la Sua risposta. Se ci manteniamo col cuore aperto, Dio è fedele e ci mostrerà  qualsiasi altra area che abbiamo necessità di sottomettergli.
 
La strada per la vera libertà finanziaria incomincia quando mettiamo tutto nelle mani di Dio con la coscienza che tutto Gli appartiene.  Noi siamo suoi semplici amministratori. Con troppa frequenza crediamo nell’inganno che il piano di Dio e i nostri interessi siano cose separate. Quando rinunciamo ai nostri progetti e ci arrendiamo a Lui, possiamo vedere che i Suoi piani e i nostri interessi sono perfettamente allineati.  Noi riceviamo soddisfazione massima e Dio riceve la gloria massima. Il cammino per arrivare a questa meta incomincia con la nostra sottomissione e disposizione di seguire la direzione di Dio. 

| AUTORE | Mark Biller è Editor Esecutivo della "Sound Mind Investing", una newsletter finanziaria. 

© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org/ , una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.