lunedì 31 dicembre 2012

Nuova prospettiva sul lavoro


Si potrebbe dire che la parola “lavoro” non ha una connotazione positiva.  Per alcuni è “un male necessario”.  Altri lo considerano come qualcosa che si deve sopportare durante la settimana, aspettando impazientemente il weekend, quando possono stare a casa o quando possono fare qualcosa a loro piacere, liberi da impegni, responsabilità e aspettative dei loro capi.
Un amico mio diceva: “Io amo il lavoro – posso stare seduto e vedere le persone lavorare il giorno intero.”  Traducendo: “Il lavoro è ottimo quando è un’altra persona che lo realizza”.  Oltre che incomprensibile, questo tipo di attitudine è infelice già che nega la intrinseca virtù e la gloria del lavoro – e di essere un lavoratore.

Interessante è che alcuni dei più positivi aspetti inerenti al lavoro possono essere trovati nella  Bibbia.  Ecco che cosa ci offre:

Il lavoro fa che noi usiamo tempo ed energia in modo produttivo.  In realtà, se non dovessimo lavorare, come passeremmo le 24 ore che abbiamo tutti i giorni, quando non stiamo mangiando o dormendo?  Molta soddisfazione deriva da un lavoro ben fatto. “Non c'è nulla di meglio per l'uomo del mangiare, del bere e del godersi il benessere in mezzo alla fatica che egli sostiene; ma anche questo ho visto che viene dalla mano di Dio”.  (Ecclesiaste 2:24)
Il lavoro ci permette di usare il talento, l’abilità e i doni che possediamo.  Ognuno di noi ne è fornito con esclusività per diversi tipi di lavoro.  Siamo abilitati a fare cose che altri non possono fare. “Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene”.  (Salmi 139:14)  “Come il corpo è uno e ha molte membra, tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo”.  (1 Corinzi 12:12)
Il lavoro provvede alle nostre necessità e a quelle dei nostri cari.  La società rivendica i suoi diritti, ma la verità è che il mondo non ci deve il nostro mantenimento. Come adulti abbiamo la responsabilità di provvedere alle nostre necessità e di soddisfare i nostri obblighi finanziari.  “Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggiore di un incredulo”.  (1 Timoteo 5:8)
Il lavoro ci dà la possibilità di servire agli altri.  Sia vendendo computer, curando infermità, insegnando, scrivendo un libro, costruendo una casa, piantando alimenti o aggiustando una macchina, quello che facciamo può migliorare, e molto, la vita di altre persone. “Voi ricordate la nostra fatica e la nostra pena; infatti è lavorando notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il vangelo di Dio”.  (1 Tessalonicesi 2:9)
Il lavoro reca gloria a Dio.  Quando lavoriamo, riconosciamo Dio come la fonte di tutto – il nostro intelletto, le nostre abilità, perfino la nostra motivazione.  Lavorando possiamo onorare Dio. “Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.  Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini…Servite Cristo, il Signore!”  (Colossesi 3:17, 23-24)

[...qual'è la tua prospettiva sul lavoro?

| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress.

© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org  una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.
______________________________

La nostra visione è quella di creare un movimento di Cristiani Evangelici nell’ambito del lavoro autonomo sia nell’ambito di rapporti professionali di dipendenza da terzi ma con posizioni di responsabilità o di piena autonomia.
Vogliamo incoraggiare tutti i credenti ad accettare e ad affermare il loro ministero e la loro missione quotidiana dovunque Dio li ha chiamati a lavorare.
Serviamo Dio nel mercato globale attraverso la definizione e il rafforzamento di gruppi dirigenti nazionali e regionali, di presentare in modo efficace le verità di Gesù Cristo per le imprese e professionisti e per vedere vite trasformate da Cristo.
I Cristiani impegnati in molti mestieri, nel commercio, negli affari e nelle professioni possono arrivare spesso in luoghi dove non possono arrivare i tradizionali fondatori di chiese o gli evangelisti.

Se vuoi avere più informazioni, se la tua visione concorda con la nostra o se vuoi collaborare,  contattaci.

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sabato 29 dicembre 2012

Quali novità ti piacerebbero nel nuovo anno?

Se pensi al nuovo anno che sta per iniziare, quali fatti “nuovi” ti aspetti?
Un nuovo impiego, oppure cambiamenti significativi nella tua carriera?
Nuovi clienti che danno fiato ai tuoi affari e che incrementano i tuoi guadagni?
Un nuovo hobby per riempire il tuo tempo libero?
Un rinnovato entusiasmo per il lavoro che stai realizzando?
Non è sorprendente come l’ottimismo e il sentimento di speranza di questi pensieri sul nuovo anno possano emettere scintille?
Se il 2012 è stato un anno realmente difficile, guardiamo verso il 2013 sperando che le cose saranno migliori, avendo fiducia che il nuovo anno significherà un nuovo inizio, una nuova partenza. Se, al contrario, il 2012 è stato un buon anno, allora ci auguriamo che il 2013 sia ancora migliore, proseguendo il buon andamento del 2012. Il nostro interesse non sta tanto in ciò che potrebbe essere “nuovo”, quanto nel desiderare di più di quanto abbiamo raggiunto.
Nei due casi, sia che attendiamo il 1° di gennaio come una liberazione dalle difficoltà, oppure il proseguimento del buon andamento dell’anno trascorso, la nostra unica certezza è quella che le cose non rimarranno ferme. I cambiamenti saranno inevitabili, alcuni sotto il nostro controllo, altri no.
Allora, se tu potessi determinare quali cambiamenti importanti potrebbero avvenire nel nuovo anno, che cosa includeresti?
Il libro più importante del mondo, secondo me, è la Bibbia. Nonostante sia stata scritta migliaia di anni fa, questo “vecchio libro” resta incredibilmente contemporaneo e eternamente nuovo. Esaminiamo insieme alcuni principi che la Bibbia presenta sulla ricerca del “nuovo”.
Alle volte un nuovo inizio è assolutamente necessario. Esistono momenti nei quali non è sufficiente “aggiustare” ciò che è sbagliato: un lavoro, un prodotto o un servizio sopravvissuto alla sua inutilità, una relazione di affari che è andata a male. In queste occasioni è preferibile un inizio completamente nuovo ad un tentativo di sistemare alla meglio una cosa già esistente.
Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi.” (Marco 2:21-22).
Un cambiamento di vita richiede un cuore nuovo. Uno degli errori molto comuni è fare la stessa cosa ripetutamente, sempre alla stessa maniera, aspettandosi risultati differenti. Se desideriamo un cambiamento nelle nostre attitudini, nella nostra prospettiva di vita e di lavoro, nelle nostre relazioni, la soluzione non consiste nel cambiamento del nostro comportamento, ma in una trasformazione radicale e soprannaturale del nostro cuore.
Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne...” (Ezechiele 11:19). “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.” (2 Corinzi 5:17).
Ogni giorno rappresenta un nuovo inizio. Svegliarsi al mattino di ogni giorno è una grazia; non è una garanzia dovuta, quindi dovremmo essere grati per questo dono e utilizzarlo ed apprezzarlo nella piena estensione della nostra capacità. “Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse son rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà.” (Lamentazioni 3:22-23).
Dio si diletta con nuovi inizi. Molti di noi desiderano un nuovo inizio, anche quando l’anno nuovo ancora è lontano. Attraverso il Suo misterioso e meraviglioso potere, Dio è capace di provvedere ad un nuovo inizio che oltrepassa ogni logica umana e che non avremmo mai potuto sperare di provare. “Tutto questo hai udito e visto; non vorresti testimoniarlo? Ora ti faccio udire cose nuove e segrete che tu nemmeno sospetti. Ora sono create e non da tempo; prima di oggi tu non le avevi udite, perché tu non dicessi: «Gia lo sapevo».” (Isaia 48:6-7).

| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress.

© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org  una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.
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Serviamo Dio nel mercato globale attraverso la definizione e il rafforzamento di gruppi dirigenti nazionali e regionali, di presentare in modo efficace le verità di Gesù Cristo per le imprese e professionisti e per vedere vite trasformate da Cristo.
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martedì 25 dicembre 2012

Il vero valore del Natale

Come seguace di Gesù Cristo, celebro la nascita di Gesù il giorno 25 come fanno milioni di altri cristiani in tutto il mondo.  Nessuno sa l’esatta data che Gesù nacque ma il 25 di dicembre sembra un giorno tanto buono come potrebbe essere un altro, per festeggiare la Sua nascita.
La Bibbia ci racconta che uomini saggi – i maghi – viaggiarono una lunga distanza per portare regali al piccolo nato che sarebbe diventato il Salvatore del mondo.  Per questo è diventata una tradizione, per amici e famiglie, scambiarsi regali come parte della celebrazione globale.
Dare e ricevere regali è uno dei linguaggi dell’amore, una maniera simpatica di dimostrare alle persone che le amiamo e che vogliamo fare una connessione di sentimento con loro.
Pensare a quella persona e impiegare il nostro tempo per scegliere qualcosa che crediamo le piaccia, fa parte di una reale relazione.
Ma sembra, intanto, che abbiamo preso quest’abitudine all’estremo e sempre più la gente dimentica di onorare Gesù, usando le proprie energie nello spendere denaro che non sempre posseggono, per ragioni che non sempre sono giustificabili.  Questa è una delle ragioni per cui mi piace andare alle feste americane chiamate “white elephants” (“elefanti bianchi”).
Il concetto originale dell’elefante bianco è dare al “nemico” qualcosa per cui dovrebbe spendere denaro per accogliere e mantenere, senza averne nessun beneficio.  Un regalo tipo elefante bianco si riferisce ad un oggetto inutile che creerebbe disagio al ricevente.  Sebbene questa pratica sia stata inventata con un concetto malizioso, la versione moderna la prende come un gioco, risultando in un gran divertimento.
Diversi anni fa mia moglie ed io, ci spostammo da una casa di quattro stanze a un appartamento di due stanze, e ci impegnammo a vivere con più semplicità.  Con questo punto di vista, noi vedemmo che molti oggetti sarebbero potuti diventare “elefanti bianchi”, perché erano difficili da vendere o da dare. 
Forse è arrivato il momento di cambiare l’enfasi sul Natale.  Non comprando tante cose ma ricordandoci di qualche principio che Gesù ci ha lasciato.  Egli ci insegnò molte cose ma il suo messaggio centrale fu amore e perdono.  Egli disse che qualsiasi uno può amare i suoi amici ma che il vero test è di essere capaci di amare i nostri nemici e perdonare a quelli che ci odiano.
Penso che essendo il Natale vicino al Nuovo Anno è una meravigliosa cosa: che maniera potrebbe essere migliore di incominciare un anno nuovo che quella di seguire gli insegnamenti di Gesù e perdonare chi ci ha trattato ingiustamente, cercando di riconciliarci con chi abbiamo avuto relazioni tese durante il corso dell’anno passato?
Lasciami dare un suggerimento nel celebrare il Natale e nell’avvicinarsi un nuovo anno: nel prossimo anno Spendiamo Meno, Amiamo di Più, Perdoniamo a Tutti e Serviamo gli Altri.  Se facciamo queste cose, io credo che farai esperienza di risultati positivi al di là di quello che potresti immaginare.  Ricordati: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna.  Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui”.  (Giovanni 3:16-17)

| AUTORE | Jim Mathis`e un direttore esecutivo della BBC in Kansas e Kansas City, Missouri, USA. Lui e la moglie Louise, furono proprietari di un negozio di macchine fotografiche e processamento di fotografie, in Overland, Park, Kansas.

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lunedì 24 dicembre 2012

Auguri, Auguri, Auguri...

Cari in Cristo,
vi ringrazio per l'interessamento che avete dimostrato nel corso di quest'ultimo anno. Vi ringrazio anche per i messaggi e le e-mail molto incoraggianti. Le riflessioni che ogni lunedì postavo sono state lette da molti.

Abbiamo davanti molte sfide e, con l'aiuto di Dio, cercheremo di raggiungere nel 2013 il seguente obiettivo: creare un network di varie professioni e "ricerca" di lavoro attraverso il canale "privilegiato" di APICE.

Se sei interessato mettiti in contatto.

Con affetto in Cristo Gesù vi auguro buone feste,
Andrea
 
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Se non puoi essere un pino sul monte,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore,
piccola saggina sulle sponde del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere una autostrada,
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere,
poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.
M.L.King

Segreto per il successo


Se qualcuno ti chiedesse quale é il primo fattore necessario per arrivare al successo, cosa risponderesti?
Questa é stata la domanda che Kent Humphreys, consulente amministrativo, fece a se stesso. Tutti nel lavoro e nella vita professionale desiderano ottenere successo, ma per certe persone il successo pare sia di sotto alle loro possibilità.
Allora, quali sono gli ingredienti chiave necessari per arrivare a questo successo che non riescono a raggiungere?
Nel libro “Letter to Workplace Leaders” Humphreys cita uno studio in cui fu chiesto alle persone:
“Fra le persone che tu hai incontrato, quale è stata la principale ragione per il loro successo?”
Due risposte sono state messe in rilievo: lavoro duro e determinazione.

Lavoro duro è stata la risposta più comune, scelta dal 40% delle persone e subito dopo determinazione, dal 38%, oltrepassando altri fattori come conoscimento, fortuna o contatti influenti.

Se partecipasse di questo studio, il conosciuto inventore americano Thomas Edison, concorderebbe con queste risposte.  Una volta egli fece un’intrigante osservazione sul successo: “Molte persone lasciano che l’opportunità passi perché lei usa la tuta e ha l’apparenza del lavoro”.
Viviamo in un’epoca in cui sembra che molta gente non vuole esercire il necessario sforzo – lavoro duro e determinazione – per raggiungere il successo e immagina che altri sanno eccellere e loro no.  Trovano che hanno questo diritto ma che non sono responsabili per la conquista di quello che desiderano: status, avanzo nella carriera, influenza, ricompensa materiale.
Riconosciamo l’importanza dell’arduo lavoro e della determinazione, tuttavia questo argomento non è nuovo.  Infatti, la Bibbia, scritta migliaia di anni fa, parla estensivamente su ambedue.  Nei Proverbi, libro dell’Antico Testamento, per esempio, noi troviamo diverse affermazioni sui benefici e virtù del lavoro duro e determinazione.

Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere è privo di senno”.  (Proverbi 12:11)
La mano operosa ottiene il comando, quella pigra sarà per il lavoro forzato”.  (Proverbi 12:24)
L’appetito del lavoratore lavora per lui, perché la sua bocca lo stimola”.  (Proverbi 16:26)
I piani dell’uomo diligente si risolvono in profitto, ma chi è precipitoso va verso l’indigenza”.  (Proverbi 21:5)

Il legame fra arduo lavoro e determinazione è anche osservato nel Nuovo Testamento.  Giacomo intendeva questo quando scrisse: “Beato l’uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano”.  (Giacomo 1:12)
La perseveranza mischia questi due fattori in una formula vincente.  Se stai affrontando prove o sfide nella tua carriera, ricordati che non esiste un sostituto a un lavoro duro e determinazione.

| AUTORE | Rick Boxx -- "Momenti di Integritá com Rick Boxx" é un articolo settimanale che parla sull'Integritá nel mondo degli affari, visti con prospettiva cristiana. Trascritto con autorizzazione. www.integritymoments.com 2000, Integrity Management, Inc.
© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org  una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.
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martedì 18 dicembre 2012

Etica e Internet

| Una delle particolarità del profilo teologico di Internet è di favorire un tendenziale "isolamento" degli individui e una loro ricombinazione "virtuale" con altri individui.
Da un lato, internet favorisce l'allenamento dei lagami con la comunità concreta e vicina, esaltando l'identità individuale, la sua libertà di scelta e sganciandola dalla rete di relazioni incarnate e prossime.
Dall'altro, mette in relazione gli individui su base virtuale e crea nuove tipologie di comunità basate su una diversa pratica della socialità. In queste comunità, ad esempio, si accede e si esce a piacimento, in genere con nomi identificativi diversi, sulla base di interazioni più "liquide" e sfuggenti che "solide" ed impegnative.
Per il cristianesimo, il "prossimo" con cui si fa comunità può essere una persona connessa in modo vario (Paolo, ad esempio, non conosceva di persona tutti i destinatari delle lettere, ma aveva sentito solo parlare di molti di loro), ma deve essere anche la persona che mi sta accanto, davanti, di dietro, nella sua umanità corporale e problematica... L'etica ha il compito d'interrogarsi sulle motivazioni che spingono le persone a connettersi in forme virtuali e sulle ricadute comunitarie di internet.
La società virtuale è specchio di frustazione legate alle distorsioni della società reale. Per questo non può essere liquidata moralisticamente, ma deve essere presa sul serio agendo per trasformarla nel segno di una comunità che è pluriforme quanto si vuole, ma sempre intessuta di corporale realtà. |

Studi di Teologia | Suplemento n5
Etica e Internet | 3. Comunità e Internet
Leonardo De Chirico

lunedì 17 dicembre 2012

Crescere con le avversità

Un vecchio cowboy ha passato anni in una fattoria di allevamento bovino, dove le tempeste dell’inverno castigavano molto la mandria per la pioggia gelata e gli ululanti e taglienti venti che ammucchiavano la neve in enormi accumuli. La temperatura spesso scendeva sotto zero. 

La maggioranza degli animali camminava dando le spalle alle raffiche gelate del vento e ghiaccio fino ad arrivare a uno steccato dove si fermavano – e là finivano col morire. 
Ma la razza Hereford agiva in un’altra maniera. Gli animali di questa razza istintivamente si dirigono verso la direzione da cui soffia il vento.  Si mettono spalla a spalla, affrontando la tempesta, con la testa abbassata contro la violenza dell’attacco. Questo risulta nella sopravvivenza della mandria.  Abbiamo qui una preziosa lezione da imparare da loro:  Affronta le tempeste della vita faccia a faccia! 

Noi dobbiamo capire i venti delle avversità.  Mi ricordo di tempi difficili in cui ero tentato di “gettare la spugna”, infilare la mia testa nella sabbia o aspettare che il gong suonasse dichiarando la fine del combattimento. Il mio caro amico e autore, Jerry Bridges, ha alcune grandi risposte per me nel suo libro: “Trusting God Even When Life Hurts” (“Fidarsi di Dio anche quando la vita ferisce”), specialmente nel capitolo “Growing Through Adversity” (“Crescendo attraverso le avversità”). Ho anche imparato a memoria il Salmo 46:2 da cui ho incontrato aiuto nelle ore di crisi: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà”.

Lo scrittore e oratore Napoleon Hill disse: “Ogni avversità, ogni fallimento, ogni sofferenza, porta in sé il seme di un uguale o maggiore beneficio”.

Di che semente sta parlando?

Nell’Antico Testamento troviamo numerosi esempi:

·          Abramo, nel libro di Genesi, passò anni imparando come obbedire, a chi obbedire e quando obbedire.  Lungo la strada, Abramo visse divisioni, dispute e delusioni ma Dio ricompensò la sua fede e obbedienza.
·          Giobbe, nel libro che ha il suo nome, visse anni di prosperità, felicità e successo.  Poi il tetto cadde sulla sua vita, le pareti crollarono ed egli divenne un totale fracasso alla vista di molti – perse la famiglia, la fortuna, la fama e la sanità.  Comprensibilmente, egli si lamentò: “Egli con una tempesta mi schiaccia, moltiplica le mie piaghe senza ragione”.  (Giobbe 9:17)  Fu allora che scoprì l’importanza dell’attesa, anche se richiedeva settimane o mesi. Imparò il valore della pazienza nelle avversità.  Fu capace di dire “Anche se mi uccide, avrò fiducia in Lui”.  Quando la promessa sembrava che venisse a mancare, Giobbe scoprì che sempre poteva avere fiducia in Chi aveva fatto la promessa. 

·          Giuseppe, anche nel libro di Genesi.  Visse per anni come su montagne russe.  In un momento, dall’essere il favorito del padre, si trovò nel fondo di un pozzo; da una posizione di rilievo alla prigione, da un recinto a un attico, dalla povertà al posto di primo ministro.  Fu capace di dire ai suoi fratelli traditori: “Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso”.  (Genesi 50:20)

La Bibbia ci insegna ciò che potremmo chiamare “La legge dell’accrescimento”.  “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto”. (Giovanni 12:24)  A volte l’apparenza della morte è semplicemente un preannuncio di una vita maggiore.

Quando l’avversità sorge, e sorgerà, ricordati e aggrappati a questa verità: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà”.  (Salmo 46:2)

| AUTORE | D. Foster e Rick Foster, estratto e adattato da "Take two on Sunday Morning" (Dose doppia al mattino del Lunedí).

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Serviamo Dio nel mercato globale attraverso la definizione e il rafforzamento di gruppi dirigenti nazionali e regionali, di presentare in modo efficace le verità di Gesù Cristo per le imprese e professionisti e per vedere vite trasformate da Cristo.
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lunedì 10 dicembre 2012

Integrità nel mondo corporativo

Molte compagnie e organizzazioni includono “integrità” quando compongono la lista dei valori fondamentali per le loro operazioni.  Sebbene il desiderio di nutrire una cultura di integrità sia ammirabile, tale aspirazione può essere rovinata da un addestramento mal orientato.
La integrità corporativa non è solo un nobile principio tenuto in conto dagli alti funzionari. È certamente obbiettivo di un lavoro di équipe: persone riunite che stabiliscono un consistente standard di integrità.
Un’organizzazione solo è buona tanto come l’anello più debole della corrente.
Per esempio, una cattiva esperienza vissuta da un cliente con un venditore, può guastare l’opinione di questo sull’impresa in generale.  Se tali comportamenti o attitudini si ripetono o se queste esperienze negative vengono divulgate, l’impresa può soffrire danni irrimediabili.
Così come un vecchio adagio ci dice che “una mela può contaminare tutto il cesto di mele”, comportamenti deficienti o non etici di un unico collaboratore, possono offuscare l’opinione della gente su tale organizzazione.
Questo può non sembrare giusto, ma è la realtà.  Proverbi 17:21 nella Bibbia, lo presenta in questa maniera: “Chi genera uno stolto ne avrà dolore; non può certo gioire il padre di uno sciocco.”.
Così come un padre sente afflizione, lo stesso succede con il leader di una azienda. Sia in una famiglia che in una impresa, un unico individuo può rovinare tutto per l’équipe intera. Una cattiva assunzione può distruggere una buona reputazione costruita durante molti anni. Vediamo qualche consiglio biblico su come selezionare persone che diventeranno risorse per la tua organizzazione.

Cerca persone che dimostrino onestà.
Il curriculum presentato corrisponde?
La persona sembra essere qualcuno che apprezza la verità, o senti che sarebbe capace di nasconderla per concludere una vendita o per avanzare professionalmente?
Le labbra bugiarde sono un  abominio per il Signore, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi”. (Proverbi 12:22).
Cerca persone con reputazione solida.
Sono stati raccomandati da persone che tu conosci e rispetti?
Se devono svolgere un ruolo de leader, devono dimostrare impegno con integrità personale e professionale.  “Bisogna dunque che il vescovo (dirigente) sia irreprensibile, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare. Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, né avidi di illeciti guadagni”. (1 Timoteo 3:2,8).
Queste qualifiche si riferiscono a leader spirituali ma si applicano anche a un dirigente di una azienda.
Così come Proverbi 17:21 ci insegna, non c’è allegria per il padre di uno sciocco: anche non esiste allegria per un leader i cui collaboratori sono motivi di disagio e disonore per la loro compagnia.  Quando dovrai assumere qualcuno, tenta al massimo di assumere chi porti gioia invece di dolore. 

| AUTORE | Rick Boxx -- "Momenti di Integritá com Rick Boxx" é un articolo settimanale che parla sull'Integritá nel mondo degli affari, visti con prospettiva cristiana. Trascritto con autorizzazione. www.integritymoments.com 2000, Integrity Management, Inc.
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Vogliamo incoraggiare tutti i credenti ad accettare e ad affermare il loro ministero e la loro missione quotidiana dovunque Dio li ha chiamati a lavorare.
Serviamo Dio nel mercato globale attraverso la definizione e il rafforzamento di gruppi dirigenti nazionali e regionali, di presentare in modo efficace le verità di Gesù Cristo per le imprese e professionisti e per vedere vite trasformate da Cristo.
I Cristiani impegnati in molti mestieri, nel commercio, negli affari e nelle professioni possono arrivare spesso in luoghi dove non possono arrivare i tradizionali fondatori di chiese o gli evangelisti. 

lunedì 3 dicembre 2012

Carattere o reputazione?

Se tu dovessi scegliere un avvocato, un nuovo contabile, un altro fornitore o un nuovo guardiano per il tuo ufficio, come valuteresti questi candidati? 
Consultando amici, persone di fiducia, o ricorreresti a un ufficio specializzato per vedere se esiste qualche lagnanza contro questa persona?
Per contrattare un nuovo impiegato usiamo la stessa strategia.  Contattiamo persone che possano dare referenze, o chiamiamo impiegati anteriori per dare informazioni, dentro a ciò che è permesso dalla legge.  Anche se siamo alla ricerca di nuovi servizi o di un nuovo staff, vogliamo sapere qual è la loro reputazione.
Ma la reputazione può essere sempre il vero indicatore?
Udiamo parlare di leader imprenditoriali e professionali e autorità elette che avevano una reputazione impeccabile ma che fu distrutta quando i loro segreti sulla mancanza dell’etica e della morale furono scoperti.  Perché questo accade?
Qualcuno fece questa importante distinzione: “Carattere é quello che veramente tu sei, reputazione è quello che gli altri pensano di te.”  In altre parole, ciò che vediamo esternamente non è sempre quello che riceviamo.  Penso agli oratori pubblici che ho apprezzato, immaginando a come sarebbe stato gradevole averli come amici.  In diverse occasioni però, ho scoperto che nonostante fossero eccellenti oratori, in privato le loro personalità e comportamenti erano ben differenti.
Nel mercato di lavoro la distinzione fra carattere e reputazione è molto importante.  Nel marketing, l’immagine è il tema centrale.  Ci riferiamo a questo come “branding”.  L’obiettivo è convincere i consumatori e i clienti che siamo quelli che loro pensano che siamo.  Purtroppo a volte le persone usano maschere e nascondono quello che sono interiormente.
Esistono varie ragioni perché questo succeda: vergogna, imbarazzo, sentire di “non essere sufficientemente buono”.  Ma se le nostre maschere sono tentativi deliberati per l’inganno, il problema è serio e la verità diventa evidente col il tempo.  Buon carattere comunemente risulta in buona reputazione, però buona reputazione non sempre assicura un buon carattere, individualmente o collettivamente.  Considera quello che la Bibbia ci insegna:
Fai attenzione con le apparenze.  Tendiamo a giudicare le persone secondo la nostra percezione – quello che noi vediamo e sentiamo.  Quello che percepiamo però, può essere impreciso.  In 1 Samuele 16:7 ci è detto: “Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura.  Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo.  L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore».  Proverbi 16:2 aggiunge: “Tutte le vie dell’uomo sembrano pure ai suoi occhi, ma chi scruta gli spiriti è il Signore”.
Custodisci le tue proprie motivazioni.  Noi stessi possiamo volere illudere, dando una impressione falsa di quello che siamo.  Però se vogliamo essere persone integre, dobbiamo essere onesti con la nostra immagine.  “Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita”.  (Proverbi 4:23)
L’individuo ideale ha una buona reputazione costruita sul fondamento di un buon carattere. L’Apostolo Paolo descrive una di queste persone: “Quanto a Demetrio tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera”.  (3 Giovanni:12)

| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress.

domenica 25 novembre 2012

19|11|2012 Il guadagno che non vale la pena!



Guardando i titoli delle notizie degli ultimi due anni, sembra che esista qualcosa in comune fra il leader professionale e il campione dello sport – una severa caduta dal loro posto di privilegio, benessere e onore, alla pubblica disgrazia e al ridicolo.

Alti funzionari di banche coinvolti con manipolazione di tasse; alti esecutivi d’imprese di investimento raccomandando chiaramente operazioni con conflitti di interessi; capi esecutivi di prestigiose università che danno copertura a mancanze morali gravi: tutti hanno perso le loro fortune e posizioni come leader, rispetto del pubblico del mondo degli affari e la loro libertà personale.  Tutto dovuto a cattive decisioni.  Nel prendere queste decisioni, probabilmente credevano che potessero uscirne illesi e di non essere scoperti.

Se potessi intervistare ognuno di questi leader, chiederei se il guadagno potenziale, adesso che hanno provato estreme perdite, se il lucro ottenuto dalle loro azioni è valso il prezzo che hanno pagato, che stanno pagando e che pagheranno nel futuro.  In molti casi ammetterebbero di avere commesso sbagli grossi e che, se avessero nuove opportunità, agirebbero in maniera diversa.

Leader aziendali hanno la tendenza a credere che possono fare quello che vogliono perché “questa è la mia azienda”.  Alti esecutivi che manifestano seguire Gesù Cristo, sanno però che non è così.  Non è la nostra azienda che stiamo dirigendo ma è la impresa che Dio ci ha assegnato per amministrare per un breve periodo di tempo.  Un giorno ci chiederà il resoconto di cosa abbiamo fatto di quello che ci ha dato.

Così, la domanda a cui dobbiamo rispondere oggi è questa:
come possiamo prepararci in anticipo per dare un buon resoconto della nostra amministrazione? 

Lascia che offra qualche suggerimento che penso aiuti a conservare il giusto cammino:

  1. Saresti disposto ad aprire ogni parte delle tue operazioni d’affari, includendo i registri contabili e lasciare che il Signore Gesù esamini ogni documento, ogni procedimento?  
  2. Potresti dargli una chiara e onesta spiegazione di ogni dettaglio delle tue operazioni? 
  3. Saresti disposto a lasciare la tua sposa o gli amici, guardare la tua agenda o informazioni del tuo telefonino degli ultimi 90 giorni?
  4.  Chi hai incontrato, a chi hai telefonato? 
  5. Vorresti lasciare il tuo pastore e i tuoi amici della chiesa guardare i siti web che hai visitato nel tuo computer? 
  6. Hai qualcuno nella tua vita al quale dar conto, professionalmente e personalmente?


Se onestamente hai risposto “si” a queste domande, probabilmente stai bene sia con Dio, sia con i tuoi “costituenti”.  Se no, è tempo di rammaricarti della tua condotta sbagliata e restituire a chi tu hai trattato ingiustamente, prima che tu soffra una tremenda caduta.  In genere le persone ci perdonano se credono che siamo sinceri, pronti a modificare pensieri sbagliati e sbagliate azioni.

Un verso dell’Antico Testamento della Bibbia dice: “Ma se non fate così, voi avrete peccato contro il Signore; e sappiate che il vostro peccato vi ritroverà”.  (Numeri 32:23)

Le persone a cui mi riferivo, a quanto pare non credevano in questo.  Ma in ogni caso sono state scoperte.  Prima che tu scelga di inseguire il “guadagno” nella maniera sbagliata, considera se vale   la sofferenza che alla fine sentirai.

|AUTORE| Lane Kraner è impresario e fondatore del CEO Institute, Dallas, organizzazione dedicata ad assistere aziende globali ad incorporare utili insegnamenti biblici nella strategia imprenditoriale. Il suo website è:  www.ceoinst.com

12|11|2012 Per cosa stai correndo – e in che direzione?

Nel frenetico mondo di oggi sembra che tutti stiano correndo, cercando di arrivare in un dato posto, ovunque sia, il più rapido possibile.


Dove stai correndo?
O meglio, per cosa stai correndo – o da che cosa stai scappando?


Len, un amico mio, in una recente conferenza, ha parlato proprio su questa questione. Gli ho chiesto se potevo prendere in prestito alcuni suoi punti principali e adattarli per la “Manna del Lunedì”.


Lui chiamò la conferenza “Le quattro qualità dell’uomo di Dio” e ho pensato che si possono applicare anche “all’uomo d’affari e al professionista, persone di Dio”. Anche se tu non pensi di te stesso, in questo modo, seguimi perché questi principi sono validi per tutti noi.


La conferenza era centrata sul brano del Nuovo Testamento della Bibbia, nel quale l’Apostolo Paolo scrive al suo discepolo Timoteo. “L’attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori. Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni”.  (1 Timoteo 6:10-12)


Questo brano si riferisce a quattro questioni che, come imprenditore o professionista, dovresti considerare.


Da che cosa scappi?  Noi possiamo scappare da molte cose: fallimento, professionale o personale, obblighi finanziari; cattive esperienze e sgradevoli memorie; situazioni stressanti.  Ma, scappiamo anche da circostanze che ci tentano a transigere con l’etica o a tradire le nostre convinzioni?  In 1 Corinzi 10:14 i seguaci di Cristo sono così ammoniti:  “...fuggite dall’idolatria”... a qualsiasi cosa che li avrebbero portati via da amate credenze e valori.


Che cosa insegui?  Nel progredire nel mercato del lavoro, noi possiamo perseguire diverse cose, molte delle quali sono buone: promozioni, più responsabilità, maggiore contribuzione nell’impresa in cui siamo ingaggiati. Ma noi anche possiamo essere distrutti in questa corsa al potere, posizione e possedimento, cose che attraggono l’orgoglio. Paolo spronava il giovane Timoteo “Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza”.  (1 Timoteo 6:11)


Per che cosa lotti?  Se i nostri membri della famiglia o amici fossero in pericolo, noi probabilmente lotteremmo per la loro protezione e sicurezza.  Noi spesso lottiamo per la prossima vendita o per il prossimo cliente, per “una fetta di mercato”.  Ma come Paolo incita, “Combatti la buona battaglia della fede”? (1 Timoteo 6:12). Siamo determinati a sostenere le nostre credenze più profonde, anche se questo richiede un costo personale o professionale?


Che cosa ti sostiene?  Nel mercato degli affari ci sono molte cose che ci sono di appiglio: reputazione, status, guadagno, perfino un ufficio ben sistemato o un buon posto nel parcheggio.  Ma siamo ugualmente diligenti nel considerare cose non tanto tangibili ma che sono di grande valore?  Paolo scrisse: “Cerca di raggiungere la vita eterna per la quale sei stato chiamato”.  (1 Timoteo 6:12)



Sono questioni importanti da riflettere, non trovi?


|AUTORE| Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress