Questa
settimana, in America, milioni di persone celebreranno il
Thanksgiving Day (“Giorno del Ringraziamento”). Celebrazioni
simili hanno luogo anche in altri paesi, con altre culture, in tutto
il mondo. Per molti questa data è un’occasione per “contare le
benedizioni”, e per riflettere sulle buone cose successe nella loro
vita, nello scorso anno. Una magnifica tradizione, senza dubbio, ma
cosa succede con quelli che affrontarono grandi sofferenze e perdite?
Come
esprimere sincera gratitudine quando non ci sono motivi per essere
grati? Questa è una domanda che un mio amico di lunga data, Albert
Diepeveen si è fatto, durante il corso della sua vita. Infatti, anni
fa, lo aiutai a scrivere e a produrre un libro intitolato “Saying
‘Thank You’ When You Don’t Feel Thankful” (“Dicendo grazie
quando non ti senti grato”).
Nato
in Olanda, Albert e la sua famiglia videro gli orrori della Seconda
Guerra Mondiale. I viveri erano scarsi e, come molti altri, vissero
senza avere l’essenziale. Per la mal nutrizione egli ebbe la
tubercolosi che lo obbligò a letto per più di tre anni, per la
maggior parte del tempo in ospedale.
Albert
visse la lotta contro la tubercolosi ma problemi di salute lo
accompagnarono per tutta la sua vita. Nel 1958, lui e la moglie
emigrarono negli Stati Uniti, dove diede origine a diverse piccole
imprese di successo. Essendo imprenditore, visse gli alti e bassi
degli affari.
Nonostante
tutte le avversità, Albert emanava pace e tranquillità che molti
non possono capire. Il mio amico imparò il segreto, come il suo
libro afferma, di essere capace di dire “grazie” anche quando non
si sentiva grato. Il segreto, afferma, è la sua fiducia in Gesù
Cristo: “Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di
coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo
disegno”. (Romani 8:28)
Albert
spiegò: “Studiando le Scritture, presi coscienza che Dio non mente
e non può commettere inganni. Dio ama ognuno di noi. Egli permette
che circostanze succedano nella nostra vita per il nostro beneficio”.
Parlando
sulla sua vita di prima dell’incontro trasformatore con Gesù
Cristo, dice: “Frequentai una scuola cristiana e vissi in una
famiglia cristiana, ma mai avevo visto la Sua Parola (la Bibbia) come
io chiaramente vedo oggi. Tu sai che esistono circa 10.000 promesse
nella Parola di Dio? E in quello che Lui promette puoi avere fiducia.
Noi tutti possiamo fare affidamento su quello che dice.”
Albert
racconta che scoprì un verso della Bibbia che riconosce l’importanza
di essere grato a Dio, anche quando non ci si sente pieni di
gratitudine. Un giorno il mio pastore stava parlando su questo verso:
“In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di
Dio in Cristo Gesù verso di voi”. (1 Tessalonicesi 5:18) Il
pastore allora confermò: “Date grazie in tutte le circostanze”,
aggiungendo: “Se qualcuno ti ama, mai lascerà che succeda qualcosa
che non sia buona per te”.
Per
Albert quella fu una lezione per tutta la vita. Nonostante le
infermità, i problemi negli affari e altre difficoltà, egli ha
imparato a dire “grazie” anche quando non si sente grato.
E
noi?
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AUTORE
| Robert J. Tamasy é
vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non
profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A.
©
MANNA
DEL LUNEDÍ
é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL
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fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.
Evento
da tenere in considerazione:
WORLD
CONVENTION 2014 – 24-28 settembre 2014 a Orlando, Florida –
Marriott World Center
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informazioni o contatti:
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