Negli
Stati Uniti, il primo lunedì di settembre si commemora il “Labor Day” (Giornata
dei lavoratori). I cittadini sono invitati a riconoscere il lavoro
diligente di uomini e donne lungo le generazioni, persone che impiegarono e impiegano
le loro abilità e i loro talenti per fornire prodotti in beneficio di molti.
Purtroppo
le statistiche dimostrano che la maggioranza non é soddisfatta col proprio
lavoro. Gli studi indicano che 70% dei lavoratori e forse anche più, sono
scontenti e anche detestano i compiti che devono svolgere tutti i giorni.
Per loro il lavoro non è altro che “un male necessario”.
MA
non è così che Dio intendeva, fin dall’inizio. Nel primo libro, Genesi, ci
insegna: “E Dio disse: «Facciamo
l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e
sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche, su tutta
la terra… Ecco, io vi dò ogni erba che produce seme e che è su tutta la
terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro
cibo”. (Genesi 1:26-29)
Intanto,
dopo quella che è chiamata “la caduta dell’uomo”, il lavoro destinato da Dio
divenne difficile. “Maledetto sia il
suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua
vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore
del tuo volto mangerai il pane”. (Genesi 3:17-19) Dio
progettò il lavoro rimuneratore, soddisfacente e facile, ma col peccato – la
ribellione dell’umanità contro Dio – il lavoro divenne difficile, frustrante e penoso.
Allora,
come vincere questo sentimento che dice “il lavoro è un male necessario” e
riacquistare il senso di un lavoro piacevole e significativo? Una
maniera, sembra, sia dedicare il nostro lavoro a Dio, chiedendogli di benedire
i nostri sforzi e cercando di effettuare le responsabilità del nostro lavoro in
accordo con le leggi di Dio. Ecco qualche principio basico da seguire:
Lavorare per Dio.
Abbiamo
la tendenza di fare il nostro lavoro per la nostra soddisfazione o per fare
piacere a chi esercita autorità su di noi. Sebbene questo non sia
sbagliato, il nostro primo obbiettivo deve essere gratitudine e di onorare
Dio. “Qualunque cosa facciate,
fatela di cuore per il Signore e non per gli uomini, sapendo che come
ricompensa riceverete dal Signore l’eredità. Servite a Cristo Signore.” (Colossese
3:23-24)
Riconoscere che il lavoro viene da
Dio.
Dove
tu lavori e il tipo di lavoro che fai, non sono per caso. Dio ti ha messo dove sei
e facendo quello che fai per compiere i Suoi propositi: “Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e
bere e godersela nelle sue fatiche; mi sono accorto che anche questo viene
dalle mani di Dio. Difatti, chi può mangiare e godere senza di Lui? Egli
concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia”. (Ecclesiaste
2:24-26)
Usare il tuo lavoro come
piattaforma per rivelare Dio.
Quale
è la maniera migliore di dimostrare la presenza e la realtà di Dio se non
attraverso il tuo lavoro? Il nostro comportamento sul lavoro ci dà il diritto
di parlare per Lui. “Sempre siate
preparati a dare una risposta a chi chiede la ragione della speranza che è in
voi. Ma fate questo con gentilezza e rispetto. (1 Pietro 3:15)
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AUTORE
| Robert J. Tamasy é vice
presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit
corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A.
© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della
CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org
una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel
1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.
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