lunedì 25 novembre 2013

Ringraziare anche quando non si è grati

Questa settimana, in America, milioni di persone celebreranno il Thanksgiving Day (“Giorno del Ringraziamento”). Celebrazioni simili hanno luogo anche in altri paesi, con altre culture, in tutto il mondo. Per molti questa data è un’occasione per “contare le benedizioni”, e per riflettere sulle buone cose successe nella loro vita, nello scorso anno. Una magnifica tradizione, senza dubbio, ma cosa succede con quelli che affrontarono grandi sofferenze e perdite?

Come esprimere sincera gratitudine quando non ci sono motivi per essere grati? Questa è una domanda che un mio amico di lunga data, Albert Diepeveen si è fatto, durante il corso della sua vita. Infatti, anni fa, lo aiutai a scrivere e a produrre un libro intitolato “Saying ‘Thank You’ When You Don’t Feel Thankful” (“Dicendo grazie quando non ti senti grato”).

Nato in Olanda, Albert e la sua famiglia videro gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. I viveri erano scarsi e, come molti altri, vissero senza avere l’essenziale. Per la mal nutrizione egli ebbe la tubercolosi che lo obbligò a letto per più di tre anni, per la maggior parte del tempo in ospedale.

Albert visse la lotta contro la tubercolosi ma problemi di salute lo accompagnarono per tutta la sua vita. Nel 1958, lui e la moglie emigrarono negli Stati Uniti, dove diede origine a diverse piccole imprese di successo. Essendo imprenditore, visse gli alti e bassi degli affari.

Nonostante tutte le avversità, Albert emanava pace e tranquillità che molti non possono capire. Il mio amico imparò il segreto, come il suo libro afferma, di essere capace di dire “grazie” anche quando non si sentiva grato. Il segreto, afferma, è la sua fiducia in Gesù Cristo: “Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. (Romani 8:28)

Albert spiegò: “Studiando le Scritture, presi coscienza che Dio non mente e non può commettere inganni. Dio ama ognuno di noi. Egli permette che circostanze succedano nella nostra vita per il nostro beneficio”.

Parlando sulla sua vita di prima dell’incontro trasformatore con Gesù Cristo, dice: “Frequentai una scuola cristiana e vissi in una famiglia cristiana, ma mai avevo visto la Sua Parola (la Bibbia) come io chiaramente vedo oggi. Tu sai che esistono circa 10.000 promesse nella Parola di Dio? E in quello che Lui promette puoi avere fiducia. Noi tutti possiamo fare affidamento su quello che dice.”

Albert racconta che scoprì un verso della Bibbia che riconosce l’importanza di essere grato a Dio, anche quando non ci si sente pieni di gratitudine. Un giorno il mio pastore stava parlando su questo verso: “In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”. (1 Tessalonicesi 5:18) Il pastore allora confermò: “Date grazie in tutte le circostanze”, aggiungendo: “Se qualcuno ti ama, mai lascerà che succeda qualcosa che non sia buona per te”.

Per Albert quella fu una lezione per tutta la vita. Nonostante le infermità, i problemi negli affari e altre difficoltà, egli ha imparato a dire “grazie” anche quando non si sente grato.

E noi?


| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A.


© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA.

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