martedì 2 aprile 2013

Agire o sapere aspettare

Sebbene non abbia mai conosciuto un mistico, mi sembra, il suo, un lavoro interessante: sta seduto meditando e dicendo ogni tanto qualcosa di saggio o profondo. Attorno a lui persone che parlano sussurrando, col timore di interrompere il processo del suo pensiero: “Silenzio, egli sta meditando!”.

Nel mondo imprenditoriale e professionale del XXI secolo esiste poco spazio per il misticismo. Siamo mossi dall’azione, determinati a produrre risultati rapidi e in quantità. Non si può fare questo semplicemente stando seduti, pensando.  Ci sentiremmo dire: “Non stare lì seduto, fa qualcosa!”. Non c’è tempo per la meditazione.

Questo è giusto?
È il “Fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche se è sbagliata”?
In relazione a progetti, scadenze e mete è la cosa migliore da fare?

Per molti, così chiamati leader “Tipo A”, la risposta sarebbe si. Pieni d’idee, energia e determinazione, insistono nel mantenere gli ingranaggi in moto e, quanto più rapido meglio. Ma l’esperienza insegna che l’aspettare a volte è un’azione più saggia che l’agire.
Un ex-collega, spesso ci offriva questo discernimento: “Perché mai non abbiamo avuto tempo di svolgere questo compito la prima volta ma lo abbiamo trovato per svolgerlo in un secondo tempo?” Un altro amico aveva messo un avviso nel suo ufficio che diceva: “Mancanza di pianificazione da parte tua non significa una emergenza per me”.
In altre parole: se ci proponiamo di avere più tempo per pensare, possiamo avere migliori risultati e commettere meno errori.

Ma esiste un altro lato della questione: qualche volta, nonostante i nostri desideri e sforzi, aspettare è l’unica opzione. Non essendo paziente per natura trovo questo difficile. Ma, guardando indietro, ho trovato che vale la pena aspettare. Ci sono state occasioni in cui credetti che era ora di cambiare carriera ed ero pronto per andare avanti. Circostanze, però, esigettero che io aspettassi. Quando nuove opportunità di lavoro si presentarono da sole, per mia sorpresa furono meglio di quanto potessi immaginare.

Ecco qualche principio che la Bibbia mi ha insegnato sull’aspettare.

Abbi fiducia in Lui che conosce la strada. Se tu stessi viaggiando in territori pericolosi, sarebbe di grande aiuto avere qualcuno, conoscitore dell’area, che potesse guidarti. Nella vita e nel lavoro non sappiamo che sorprese ci aspettano, ma Dio lo sa. In tali circostanze, l’aspettare ci è di aiuto finché Lui sia pronto per metterci sul giusto cammino. “Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed Egli appianerà i tuoi sentieri”. Proverbi 3|5-6

Ammetti che aspettare non significa inattività. A volte ci sono circostanze che richiedono che noi rimaniamo nel nostro territorio, dove siamo. Altre volte noi possiamo dare passi che sembrano appropriati ma lo stesso dobbiamo avere fiducia in Dio che provvede a quello di cui abbiamo bisogno. “Stai in silenzio davanti al Signore e spera in Lui; non irritarti per chi ha successo, per l’uomo che trama insidie. Spera nel Signore e segui la Sua via, ti esalterà e tu possederai la terra…”. Salmo 36|7,34)

Capisci che mentre stai aspettando, qualcuno sta al controllo. A noi piace credere che noi abbiamo il controllo delle nostre vite, però molte circostanze sono fuori dal nostro controllo e non ci lasciano altra scelta se non quella di aspettare. Queste circostanze ci insegnano che Dio veramente sta al controllo e che sa esattamente quello che sta facendo.  Fermatevi e sappiate che io sono Dio, eccelso fra le genti, eccelso sulla terra”. Salmo 46|11

PER APPROFONDIRE

Deuteronomio 31|6-8 - 1 Cronache 28|20 - Giosuè 1|9 - Michea 7|7 - Ebrei 13|5

|AUTORE| Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc., una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A.


© MANNA DEL LUNEDÍ é un’edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL http://www.cbmcint.org  una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN – USA, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.
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La nostra visione è quella di creare un movimento di Cristiani Evangelici nell’ambito del lavoro autonomo sia nell’ambito di rapporti professionali di dipendenza da terzi ma con posizioni di responsabilità o di piena autonomia.
Vogliamo incoraggiare tutti i credenti ad accettare e ad affermare il loro ministero e la loro missione quotidiana dovunque Dio li ha chiamati a lavorare.
Serviamo Dio nel mercato globale attraverso la definizione e il rafforzamento di gruppi dirigenti nazionali e regionali, di presentare in modo efficace le verità di Gesù Cristo per le imprese e professionisti e per vedere vite trasformate da Cristo.
I Cristiani impegnati in molti mestieri, nel commercio, negli affari e nelle professioni possono arrivare spesso in luoghi dove non possono arrivare i tradizionali fondatori di chiese o gli evangelisti.

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