Se
tu dovessi scegliere un avvocato, un nuovo contabile, un altro fornitore o un
nuovo guardiano per il tuo ufficio, come valuteresti questi candidati?
Consultando
amici, persone di fiducia, o ricorreresti a un ufficio specializzato per vedere
se esiste qualche lagnanza contro questa persona?
Per
contrattare un nuovo impiegato usiamo la stessa strategia. Contattiamo
persone che possano dare referenze, o chiamiamo impiegati anteriori per dare
informazioni, dentro a ciò che è permesso dalla legge. Anche se siamo
alla ricerca di nuovi servizi o di un nuovo staff, vogliamo sapere qual è la
loro reputazione.
Ma
la reputazione può essere sempre il vero indicatore?
Udiamo
parlare di leader imprenditoriali e professionali e autorità elette che avevano
una reputazione impeccabile ma che fu distrutta quando i loro segreti sulla
mancanza dell’etica e della morale furono scoperti. Perché questo accade?
Qualcuno
fece questa importante distinzione: “Carattere é quello che veramente tu sei,
reputazione è quello che gli altri pensano di te.” In altre parole, ciò
che vediamo esternamente non è sempre quello che riceviamo. Penso agli
oratori pubblici che ho apprezzato, immaginando a come sarebbe stato gradevole
averli come amici. In diverse occasioni però, ho scoperto che nonostante
fossero eccellenti oratori, in privato le loro personalità e comportamenti
erano ben differenti.
Nel
mercato di lavoro la distinzione fra carattere e reputazione è molto
importante. Nel marketing, l’immagine è il tema centrale. Ci
riferiamo a questo come “branding”. L’obiettivo è convincere i
consumatori e i clienti che siamo quelli che loro pensano che siamo.
Purtroppo a volte le persone usano maschere e nascondono quello che sono
interiormente.
Esistono
varie ragioni perché questo succeda: vergogna, imbarazzo, sentire di “non
essere sufficientemente buono”. Ma se le nostre maschere sono tentativi
deliberati per l’inganno, il problema è serio e la verità diventa evidente col
il tempo. Buon carattere comunemente risulta in buona reputazione, però
buona reputazione non sempre assicura un buon carattere, individualmente o
collettivamente. Considera quello che la Bibbia ci insegna:
Fai attenzione con le apparenze. Tendiamo a giudicare le persone secondo
la nostra percezione – quello che noi vediamo e sentiamo. Quello che
percepiamo però, può essere impreciso. In 1 Samuele 16:7 ci è detto: “Il
Signore rispose a Samuele: «Non guardare
al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché
io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il
Signore guarda il cuore». Proverbi 16:2 aggiunge: “Tutte le vie dell’uomo sembrano pure ai suoi
occhi, ma chi scruta gli spiriti è il Signore”.
Custodisci le tue proprie motivazioni. Noi stessi possiamo volere illudere,
dando una impressione falsa di quello che siamo. Però se vogliamo essere
persone integre, dobbiamo essere onesti con la nostra immagine. “Con ogni cura vigila sul cuore perché da
esso sgorga la vita”. (Proverbi 4:23)
L’individuo ideale ha una buona reputazione costruita sul fondamento
di un buon carattere. L’Apostolo Paolo descrive una di queste persone: “Quanto a Demetrio tutti gli rendono
testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu
sai che la nostra testimonianza è veritiera”. (3 Giovanni:12)
| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di
comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit
corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30
anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli
affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of
Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle
Persone pubblicato dalla Navpress.
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