lunedì 3 dicembre 2012

Carattere o reputazione?

Se tu dovessi scegliere un avvocato, un nuovo contabile, un altro fornitore o un nuovo guardiano per il tuo ufficio, come valuteresti questi candidati? 
Consultando amici, persone di fiducia, o ricorreresti a un ufficio specializzato per vedere se esiste qualche lagnanza contro questa persona?
Per contrattare un nuovo impiegato usiamo la stessa strategia.  Contattiamo persone che possano dare referenze, o chiamiamo impiegati anteriori per dare informazioni, dentro a ciò che è permesso dalla legge.  Anche se siamo alla ricerca di nuovi servizi o di un nuovo staff, vogliamo sapere qual è la loro reputazione.
Ma la reputazione può essere sempre il vero indicatore?
Udiamo parlare di leader imprenditoriali e professionali e autorità elette che avevano una reputazione impeccabile ma che fu distrutta quando i loro segreti sulla mancanza dell’etica e della morale furono scoperti.  Perché questo accade?
Qualcuno fece questa importante distinzione: “Carattere é quello che veramente tu sei, reputazione è quello che gli altri pensano di te.”  In altre parole, ciò che vediamo esternamente non è sempre quello che riceviamo.  Penso agli oratori pubblici che ho apprezzato, immaginando a come sarebbe stato gradevole averli come amici.  In diverse occasioni però, ho scoperto che nonostante fossero eccellenti oratori, in privato le loro personalità e comportamenti erano ben differenti.
Nel mercato di lavoro la distinzione fra carattere e reputazione è molto importante.  Nel marketing, l’immagine è il tema centrale.  Ci riferiamo a questo come “branding”.  L’obiettivo è convincere i consumatori e i clienti che siamo quelli che loro pensano che siamo.  Purtroppo a volte le persone usano maschere e nascondono quello che sono interiormente.
Esistono varie ragioni perché questo succeda: vergogna, imbarazzo, sentire di “non essere sufficientemente buono”.  Ma se le nostre maschere sono tentativi deliberati per l’inganno, il problema è serio e la verità diventa evidente col il tempo.  Buon carattere comunemente risulta in buona reputazione, però buona reputazione non sempre assicura un buon carattere, individualmente o collettivamente.  Considera quello che la Bibbia ci insegna:
Fai attenzione con le apparenze.  Tendiamo a giudicare le persone secondo la nostra percezione – quello che noi vediamo e sentiamo.  Quello che percepiamo però, può essere impreciso.  In 1 Samuele 16:7 ci è detto: “Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura.  Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo.  L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore».  Proverbi 16:2 aggiunge: “Tutte le vie dell’uomo sembrano pure ai suoi occhi, ma chi scruta gli spiriti è il Signore”.
Custodisci le tue proprie motivazioni.  Noi stessi possiamo volere illudere, dando una impressione falsa di quello che siamo.  Però se vogliamo essere persone integre, dobbiamo essere onesti con la nostra immagine.  “Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita”.  (Proverbi 4:23)
L’individuo ideale ha una buona reputazione costruita sul fondamento di un buon carattere. L’Apostolo Paolo descrive una di queste persone: “Quanto a Demetrio tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera”.  (3 Giovanni:12)

| AUTORE | Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress.

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