Le persone lavorano per motivi diversi. Il principale é per
guadagnare il proprio sostegno e quello della famiglia, per mettere il cibo a
tavola, dare un tetto, pagare conti e per conquistare uno stile di vita
desiderato. Senza dubbio, il lavoro ci dà qualcosa da fare – una maniera
di utilizzare e investire il nostro tempo, regolarmente.
Il lavoro anche ci proporziona un senso di fiducia, la
soddisfazione di essere capaci di raggiungere qualcosa degna – specialmente
quando implica lavori che noi siamo abilitati a svolgere. Se tu hai un
lavoro che ti piace, appartieni alla minoranza dei lavoratori – un gruppo molto
felice. Già sei stato in un lavoro desiderando di essere riconosciuto,
aspettandoti di guadagnare onore o un premio che avrebbe significato che tu eri
il migliore – o uno dei migliori – nella tua azienda o nella tua professione?
Quando io ero editore di un periodico, partecipavo tutti gli anni a
una conferenza di editori. In queste conferenze una notte era dedicata a
un concorso in cui erano giudicati e premiati periodici, scrittori e editori di
varie categorie. A volte il nostro periodico riceveva un premio e questo
dava molta soddisfazione. Ma hai già pensato nella brevità di questo
riconoscimento – anche nelle competizioni di più prestigio?
Per esempio: ti ricordi i nomi dei migliori giocatori degli ultimi
cinque campionati nazionali? O delle squadre che vinsero le gare delle
mondiali? E degli ultimi cinque vincitori del premio Nobel in Economia,
Scienze o in qualche altro campo? Quale il nome degli ultimi cinque film
che ricevettero l’Oscar?
Noi potremmo pensare ad altri esempi. A noi piace il
riconoscimento. Ci afferma, facendoci sentire valutati e espressivi.
Premi e riconoscimenti, però, sono passeggeri e sono facilmente
dimenticati. L’applauso languisce, la buona sensazione sparisce, e tutti
vanno in cerca di una nuova “stella”. Come il Re Salomone, scrittore del
libro di Ecclesiaste, dichiarò: “Tutto è vanità, un correre dietro al
vento”. (Ecclesiaste 2:17)
Questo significa che la ricerca dell’eccellenza e della
realizzazione personale è futile? È una perdita di tempo e sforzo?
Gli insegnamenti divini ci dicono che lo sforzo per realizzare il nostro
meglio è importante, ma che la nostra motivazione è più importante.
Attuando per un pubblico di Uno. Le
persone – anche i nostri impiegati o colleghi di lavoro – sono incostanti.
Non possiamo soddisfarli tutto il tempo. Essendo così, noi dobbiamo
essere sicuri di stare lavorando per l’approvazione della persona giusta.
“Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e
non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa
l’eredità”. (Colossesi 3:23-24)
Ricevendo una lode dal Signore. Nel mondo reale a
volte il nostro migliore lavoro passa inosservato ma Dio osserva tutto ciò che
facciamo per Lui ed è rapido in ricompensarci. “Il suo padrone gli disse: Va
bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra
molte cose”. (Matteo 25:21,23)
Coltivando un riconoscimento duraturo. Il
problema con molti premi e onori è che perdono valore e brillo col passare del
tempo. Il riconoscimento di Dio, invece, giammai svanisce o perde
valore. “E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona
della gloria che non appassisce”. (1 Pietro 5:4)
Robert J.
Tamasy é vice
presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit
corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30
anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli
affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of
Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle
Persone pubblicato dalla Navpress.
© MANNA DEL LUNEDÍ é una edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL, una
organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930,
con Sede a Chattanooga, TN, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo
come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.
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