lunedì 19 novembre 2012

29|10|2012 Per quale motivo stai lavorando?



Le persone lavorano per motivi diversi.  Il principale é per guadagnare il proprio sostegno e quello della famiglia, per mettere il cibo a tavola, dare un tetto, pagare conti e per conquistare uno stile di vita desiderato.  Senza dubbio, il lavoro ci dà qualcosa da fare – una maniera di utilizzare e investire il nostro tempo, regolarmente. 

Il lavoro anche ci proporziona un senso di fiducia, la soddisfazione di essere capaci di raggiungere qualcosa degna – specialmente quando implica lavori che noi siamo abilitati a svolgere.  Se tu hai un lavoro che ti piace, appartieni alla minoranza dei lavoratori – un gruppo molto felice.  Già sei stato in un lavoro desiderando di essere riconosciuto, aspettandoti di guadagnare onore o un premio che avrebbe significato che tu eri il migliore – o uno dei migliori – nella tua azienda o nella tua professione?

Quando io ero editore di un periodico, partecipavo tutti gli anni a una conferenza di editori.  In queste conferenze una notte era dedicata a un concorso in cui erano giudicati e premiati periodici, scrittori e editori di varie categorie.  A volte il nostro periodico riceveva un premio e questo dava molta soddisfazione.  Ma hai già pensato nella brevità di questo riconoscimento – anche nelle competizioni di più prestigio?

Per esempio: ti ricordi i nomi dei migliori giocatori degli ultimi cinque campionati nazionali?  O delle squadre che vinsero le gare delle mondiali?  E degli ultimi cinque vincitori del premio Nobel in Economia, Scienze o in qualche altro campo?  Quale il nome degli ultimi cinque film che ricevettero l’Oscar?

Noi potremmo pensare ad altri esempi.  A noi piace il riconoscimento.  Ci afferma, facendoci sentire valutati e espressivi.  Premi e riconoscimenti, però, sono passeggeri e sono facilmente dimenticati.  L’applauso languisce, la buona sensazione sparisce, e tutti vanno in cerca di una nuova “stella”.  Come il Re Salomone, scrittore del libro di Ecclesiaste, dichiarò: “Tutto è vanità, un correre dietro al vento”.  (Ecclesiaste 2:17)

Questo significa che la ricerca dell’eccellenza e della realizzazione personale è futile?  È una perdita di tempo e sforzo?  Gli insegnamenti divini ci dicono che lo sforzo per realizzare il nostro meglio è importante, ma che la nostra motivazione è più importante.

Attuando per un pubblico di Uno.  Le persone – anche i nostri impiegati o colleghi di lavoro – sono incostanti.  Non possiamo soddisfarli tutto il tempo.  Essendo così, noi dobbiamo essere sicuri di stare lavorando per l’approvazione della persona giusta.  “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità”.  (Colossesi 3:23-24)

Ricevendo una lode dal Signore.  Nel mondo reale a volte il nostro migliore lavoro passa inosservato ma Dio osserva tutto ciò che facciamo per Lui ed è rapido in ricompensarci. “Il suo padrone gli disse: Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose”.  (Matteo 25:21,23)

Coltivando un riconoscimento duraturo.  Il problema con molti premi e onori è che perdono valore e brillo col passare del tempo.  Il riconoscimento di Dio, invece, giammai svanisce o perde valore.  “E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce”.  (1 Pietro 5:4)

Robert J. Tamasy é vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy inc. , una "non profit corporation" con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con piú di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su "The Art of Mentoring": 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress.


© MANNA DEL LUNEDÍ é una edizione settimanale della CBMC INTERNATIONAL, una organizzazione di ambito mondiale, senza denominazione, fondata nel 1930, con Sede a Chattanooga, TN, con l'unico proposito di presentare Gesú Cristo come Salvatore e Signore a uomini d'affari e professionisti.


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